Parigi, 25 novembre 2016 ore 05:07NEWS – Notte di terrore a Montferrier-sur-Lez, paesino dell’Herault, a sud vicino a Montpellier, dove ha sede un monastero e, accanto, la casa di riposo “Le Querce Verdi”.
Nel monastero, sono ospitati 60 monaci, che hanno trascorso la vita come missionari in Africa e delle suore.
Pioggia battente. Suonano, la custode apre. Di fronte, si trova un individuo incappucciato, armato di fucile a canne mozze e coltello. Lega e imbavaglia la custode. Poi si rende conto che la donna ha fatto scattare l’allarme. La uccide con numerose coltellate e fugge mentre in zona convergono le autoradio della Polizia con una quindicina di teste di cuoio del gruppo PSIG-Sabre, di stanza nella regione. Raggiunti da gendarmi e da uomini del RAID di Lunel e di Montpellier. Un meccanismo voluto – dopo gli attentati del 13 novembre dello scorso anno – dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve: qualsiasi luogo della Francia, anche il più sperduto in campagna, deve essere sempre raggiungibile da un reparto antiterrorismo entro 20 minuti al massimo.
Gli Agenti bonificano il monastero, le strutture adiacenti ma dell’individuo nessuna traccia. Al piano terra, resta il corpo ormai privo di vita, dell’eroica custode.
Resta da stabilire se si tratta di delinquenza comune o, come è più probabile, di un’azione terroristica non potuta portare a compimento. Proprio ieri era stato innalzato l’allarme per il rischio di attentati terroristici.