Roma, 12 ottobre 2017 – Secondo quanto riportato dai media locali, il presidente brasiliano Michel Temer avrebbe deciso di revocare l’asilo politico concesso con il decreto Lula (ex presidente condannato pochi giorni fa a 9 anni e 6 mesi per corruzione e con altri 4 processi pendenti!) all’ex terrorista dei Pac (Proletari armati comunisti), Cesare Battisti condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi, arrestato a Corumbà e subito scarcerato invocando l’ “habeas corpus” (l’istituto giuridico a tutela delle libertà individuali).
Battisti, dopo essersi fatto riprendere brindando al nuovo rilascio, intervistato ha avuto l’ardire di invocare per lui il rispetto delle leggi! “Non stavo fuggendo, in Brasile sono protetto”, aveva dichiarato, ribadendo che “sarebbe illegale rimandarlo in Italia”.
La decisione finale, comunque, spetta al Supremo tribunale federale (Stf), chiamato a decidere se accettare o meno il riconoscimento dell’habeas corpus, concessogli dal giudice la scorsa settimana.
Secondo fonti vicine a Temer citate dai media brasiliani, se Luis Fux, il magistrato dell’alta corte che deve esaminare il caso, tardasse troppo nel prendere una decisione, l’ufficio legale della presidenza potrebbe emettere un parere ufficiale che renderebbe inevitabile l’estradizione di Battisti verso l’Italia. Le stesse fonti hanno spiegato che comunque “l’opzione meno probabile” è che il Stf conceda all’ex terrorista l’habeas corpus.
Noi, però, avanziamo un’altra ipotesi. Poichè il Governo di Temer, anch’egli indagato, secondo gli organi di stampa, in altro processo con lo stesso ex presidente LuizInácio Lula da Silva, cerca di mantenere i buoni rapporti con l’Italia e con lo stesso Lula, per salvare capre e cavoli, un’ottima strada sarebbe revocare il decreto di Lula e scaricare poi sulla magistratura brasiliana la responsabilità della decisione di un diniego.