Estero
Trump: crollo di una “fede”?
Roma, 11 novembre 2016 – Ventiquattrore dalla elezione di Trump a Presidente degli USA e già sono di pubblico dominio on-line e sulla carta stampata le fotografie della nuova “first lady” statunitense nella sua passata professione di modella in cui non ha disdegnato di esibirsi anche nel “nudo”.
Secondo una mentalità evoluta, tutto ciò che è “passato” è alle nostre spalle e dobbiamo guardare al futuro, ma negli USA, combattuti da sempre dalla tantissime confessioni diverse,vige da sempre, per il candidato alla presidenza, una morale (che poi è un mito), la famiglia.
Una delle prime cose, se non la prima, sulla cui immagine il candidato a nuovo presidente basa la sua compagna elettorale, è l’”immagine” della famiglia e, questo, in tutti i suoi significati morali e sociali.
Quello statunitense, è un popolo “giovane” e non ha una maturazione socio-biologica plurimillenaria come il nostro e questo lo rende molto più schiavo dell’”immagine” di quanto possiamo esserlo noi.
In questa dimensione si inquadra la “prima” presentazione agli elettori del candidato alla presidenza; poi vengono tutte le altre competenze, ideologiche, tecnico-economiche e amministrative, ed è possibile anche, e non è la prima volta che accade, che di queste, il candidato sia totalmente a digiuno, ma sulla prima non si discute nemmeno, sulle seconde ci pensa una squadra di consiglieri che non finisce mai.
A questo punto, questa prima “immagine” presentata, può anche essere solo “di facciata” e riservare “dietro le quinte” una realtà molto diversa da quella che appare, ma questo non ha importanza perché quella che “traccia la strada” è l’”immagine” della famiglia.
Con l’elezione di Trump, questa dimensione è stata totalmente ribaltata perché la moglie del nuovo Presidente, non solo ha esercitato una professione che da adito a molte perplessità sulla concezione morale della famiglia, ma ha anche fatto fotografie di “nudo” il che è quanto dire! Inoltre, in uno stato in cui il divorzio, talvolta prende aspetto di “sistema di vita”, nella dimensione elettorale “non è visto bene”, e Trump si è presentato sul palcoscenico, non con la sua consorte, ma con anche le due precedenti mogli dalle quali è divorziato e con tutti i figli avuti dall’una e dalle altre. La “scena” (per fare un paragone irriverente) ci richiama l’arrivo all’albergo, dell’arabo, con il seguito delle sue dieci, dodici mogli, nel film “Amarcord” di Fellini.
Non sono mancate le proteste popolari e forse ce ne saranno ancora, ma anche in questo gli USA si confermano la più grande democrazia del mondo. Gli USA sono passati, nella loro storia, attraverso il mito del “Far West”, quello della “Nuova Frontiera”, ad opera di John Kennedy; oggi, con Trump, siamo al crollo di una “fede” e alla trasformazione di questa in un nuovo “mito”?