Per molti la “Central America”, inabissatasi nel 1857, è un Eldorado sommerso
New York, (Ansa) – – Oro dalle profondità dell’Oceano. Cinque lingotti, per un totale di quasi 30 kg, sono stati recuperati da un “Eldorado degli abissi”: il relitto di una nave naufragata nel 1857 al largo delle coste della South Carolina, la “Central America”, che secondo alcuni contiene “il più grande tesoro sommerso della storia americana”: un tesoro che tuttavia molti aspettano di dividersi e che per questo è al centro di un’aspra battaglia legale, in corso ormai da decenni.
La Central America fu travolta da un uragano e colò a picco mentre era in rotta dalla California verso verso New York. Aveva a bordo 425 persone, tra passeggeri ed equipaggio, e nella stiva circa tre tonnellate d’oro, tra lingotti, pepite e monete da 20 dollari. Ma non solo. Secondo alcune fonti, trasportava segretamente anche 15 tonnellate in lingotti dell’esercito, che dovevano servire a rafforzare la traballante economia del Paese, scrive oggi il New York Times, aggiungendo che il naufragio della nave con la perdita del suo prezioso carico contribuì al “panico finanziario” del 1857, considerato come la prima crisi finanziaria globale. Nel 1988 un giovane ingegnere di Columbus, Ohio, Thomas Thompson, riuscì a convincere un vasto gruppi di investitori a finanziargli una spedizione alla ricerca del relitto, che individuò poi non molto tempo dopo, a una profondità di circa 2.000 metri. Ma come la sua scoperta divenne pubblica, in molti si fecero avanti, sostenendo in tribunale di avere diritto a una parte di quell’oro: compagnie d’assicurazioni coinvolte all’ epoca del naufragio nel rimborso delle perdite, la Columbia University, che ha fornito informazioni a Thompson rivelatesi fondamentali, un petroliere del Texas e persino un ordine monastico. Thompson ha frattanto recuperato parte del carico. Secondo varie fonti, assieme al suo team ha riportato in superficie circa due tonnellate d’oro, tra lingotti e monete, per un valore, a peso, di circa circa 76 milioni di dollari. La morsa legale attorno a lui però si è andata stringendo sempre più, soprattutto considerato che i suoi finanziatori non hanno mai visto neanche un centesimo. Nel 2012 è stato infine spiccato per lui un mandato di cattura, e lui si è reso uccel di bosco, facendo perdere le sue tracce. Il tribunale ha infine nominato un curatore, che ha dato l’incarico di proseguire nel recupero a una azienda specializzata, la Odyssey Marine Exploration Inc, che il 15 aprile ha riportato a galla i cinque lingotti e due monete. L’intera impresa sarà lunga. Probabilmente ci vorrà tutta l’estate, e forse anche parte della prossima. Ma per gli investitori e gli altri che aspettano da oltre un secolo ne vale la pena. E soprattutto per la Odyssey ne vale la pena. Il suo contratto, scrive Bloomberg, prevede che l’80% di quanto recuperato sarà suo fino a quando non avrà pagato tutte le sue spese, poi, gli spetterà il 45% del resto. (ANSA).