Beirut, 20 marzo 18:40 – Nello Yemen, durante la preghiera collettiva del venerdì, come rivendicato dall’Isis, tre attentatori si sono fatti saltare in aria in due moschee a Sanaa, nel nord del Paese.
Nel primo caso, un attentatore si è fatto saltare in aria all’interno della moschea Badr, nella parte Sud della città. Mentre i fedeli, terrorizzati scappavano, un secondo attentatore si è fatto saltare all’uscita dalla moschea, provocando le altre vittime. Fra le vittime, secondo una fonte medica, vi sarebbe un importante religioso Huthi, Al Murtada bin Zayd al Muhatwari, l’Imam della moschea di Badr.
Quasi contemporaneamente, un terzo attentatore si faceva esplodere nella moschea di Al-Hashahush, nel Nord di Sanaa, provocando altre vittime.
Un terzo attacco suicida è avvenuto in una moschea a Saada, che ha visto però morire il solo attentatore.
Secondo la televisione Al Masirah, di proprietà dei ribelli Huthi che controllano la capitale yemenita, il bilancio provvisorio è 137 morti e 345 feriti.
Il sito Site Intelligence Group, che monitora l’attività dei jihadisti online, gli attentati alle moschee, sono stati rivendicati dall’Isis, che afferma che lo stato islamico è “dietro le cinque operazioni suicide di oggi in Yemen: quattro a Sanaa e una a Saada, contro moschee houthi”.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha detto che “condanna fermamente” gli attacchi terroristici a Sanaa, in Yemen, e lancia un appello a tutte le parti nel Paese a “cessare immediatamente le azioni ostili ed esercitare la massima moderazione”. “Tutte le parti devono rispettare gli impegni presi per risolvere le divergenze con mezzi pacifici – ha affermato in una nota del Palazzo di Vetro – e dovrebbero impegnarsi in buona fede nei negoziati facilitati dalle Nazioni Unite al fine di raggiungere un accordo”.
Con il massimo rispetto per l’Altissimo funzionario, queste parole hanno il senso di una barzelletta. Mentre gli altri parlano con le bombe, commettono stupri, vili assassini coinvolgendo anche bambini, l’Onu, rivolgendosi agli infanti nella classe dell’asilo, gli dice “Birichini, non fatelo più”.
Ci ripetiamo: mentre all’Onu si discute sulla lana caprina materializzata sull’esatta parola da pronunciare per non offendere l’onorabilità di vili terroristi, nel mondo si muore…