Roma, 23 novembre 2018 – Finalmente, in via del Quadraro n.110, ex vicolo dell’Acqua Felice dal nome dell’Acquedotto, viene applicata la legge con l’abbattimento di 8 costruzioni realizzate abusivamente dalla famiglia dei Casamonica, su un terreno di proprietà pubblica non edificabile e sottoposto a vincolo archeologico, paesaggistico e ferroviario.
L’estensione complessiva del terreno occupato, è di circa 2000 mq.
Le prime ordinanze di abbattimento, risalgono al 1994, ma per le solite pastoie burocratiche, e forse anche per la paura di ritorsioni, non sono mai state eseguite.
Finalmente, qualcosa si è mosso e così, dopo una prima riunione in Prefettura del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, la problematica è stata affrontata e messa a punto con una serie di ulteriori riunioni tenute nella sede del VII° municipio, competente per territorio, alla presenza del Viceprefetto e a cui hanno – ovviamente – partecipato, personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.
Studiate le varie ipotesi, problematiche e soluzioni, la data dell’intervento per l’esecuzione delle ordinanze in pendenza, veniva fissata per il 20 novembre.
Con la collaborazione delle Forze dell’Ordine, il Comune ha, così, avviato le operazioni di demolizione degli immobili abusivi, impiegando, oltre a due squadre di fabbri, mezzi per la rimozione delle masserizie e per l’abbattimento dei manufatti, circa 600 agenti della Polizia Locale Roma Capitale, che, seppur svolgono compiti e mansioni proprie della Polizia Giudiziaria, sono equiparati ai dipendenti comunali adibiti nelle mansioni di ufficio per risolvere i problemi amministrativi dei Cittadini romani.
Mentre i legali dei Casamonica, portando a compimento il loro mandato, avanzano l’ipotesi della prescrizione (su questo è competente la Magistratura per cui ci asteniamo dal parlarne), stranamente, anzichè festeggiare e plaudire ad un’attività legittima di applicazione ed esecuzione della legge (sempre in attesa di pronunciamento dell’Autorità Giudiziaria), la Polizia Locale Roma Capitale viene attaccata. Ma non per accusarla per il ritardo nell’esecuzione di far cessare degli abusi (la colpa reale è dei politici che non hanno mai affrontato la problematica ed allora è meglio non citare l’argomento), ma, bensì, perchè sono scesi in campo con ben seicento unità, senza defezioni o malattie!
Gli Agenti della Polizia Locale, secondo un giornale nazionale “sono diventati un esercito non più fantasma e, sia pur attempati e paffutelli, eccoli trasformati in Rambo”, facendo diventare il tutto, un film con telecamere e passerelle pubblicitarie.
Ci spiace constatare che ci si dimentica che anni addietro, ad ogni intervento del primo cittadino, questi non scendeva dalla vettura che lo trasportava, se le telecamere non erano già pronte sul posto a riprendere la scena. Ma a quei tempi, era la vicinanza delle Autorità al personale impiegato nei vari servizi o la solidarietà alle vittime o persone che avevano problemi. Oggi, invece, è populismo e passerelle alla ricerca di voti.
L’attacco ha provocato la giusta reazione del generale Comandante della Polizia Locale, Antonio Di Maggio, che ha richiamato l’attenzione dell’articolista sui termini usati nei confronti dei suoi Collaboratori dipendenti concludendo ” Spero vivamente si tratti di una spiacevole parentesi e auspico che i rapporti possano tornare ad essere pacati, civili e consoni.”
Forse, ci ripetiamo, la domanda è perchè non è stato consentito in tutti questi anni, alla forza pubblica di dare esecuzione a provvedimenti legalmente impartiti. Cosa c’era dietro?
Forse, oggi, il legale dei Casamonica potrà avere ragione sulla prescrizione. Ma è compito della Magistratura stabilirlo non di chi racconta la cronaca.
Cronaca che ieri sera ha registrato il tentativo di una trentina di componenti della famiglia Casamonica di rientrare nelle loro case abusive, fronteggiando con forza gli Agenti della Polizia Locale, spintonandoli e buttandoli per terra, minacciandoli che sarebbero tornati con le pistole.
Nella circostanza due persone sono state arrestate ed una terza denunciata in stato di libertà. Oggi, nelle aule del Tribunale di Roma, la celebrazione del processo con rito direttissimo.
Intanto sulla vicenda, su facebook, è stata pubblicato uno stornello.
Pizzardone paffutello…..
Pizzardone è ‘n poliziotto fatto a forma de Bigne’
dolorante alle ginocchia e attempato,
s’ arza presto la matina e ner latte cor caffè’
ce se intigne tre Cornetti ar Cioccolato,
in mezzo ar traffico de Roma, nun se sa’ mai dove sta’,
se lo chiede tutta quanta la Città’.
E invece sta’ su’, a buttalle giù’,
A E I O U,
co le ruspe e pale vie’ giù’ tutto
all’ Acquedotto, la Villetta nun c’è’ più’
co li stucchi e le bisciu’ e margrado er Messaggero,
lo dipinga cosi’ nero, l’ Omo nero se ne andrà’.
Pizzardone è’ ‘n poliziotto grasso e grosso co ‘n età’
che sta’ sempre dentro ar Bare ogni matina,
magna e beve e se stravacca e quanno c’è’ da lavora’
nullo vedi manco in cartolina,
fa’ le murte de niscosto, dietro all’ Arbero der Bar e poi se ristravacca sur Sofa’.
E invece sta’ su’, a buttalle giù’,
A E I O U
e chi l’ avrebbe mai pensato, che su’ quer Prato, ora er verde tornerà’,
a orna’ l’antichita’ e margrado er Messaggero,
lo dipinga così’ nero, l’ Omo nero se ne andrà’.
Pizzardone paffutello, lui lo sa’ come se fa’,
perché’ ama Roma ch’e’ la sua città’.
Di Tonti, Pietrella, su libera interpretazione dai: Deliri di Ajello.
Musiche del Maestro Pippo Caruso.
Edita dalla Casa di Monica RCA