Roma, 15 febbraio 2019 – È durata circa un anno la complessa attività investigativa condotta dagli Agenti della Polizia Locale di Roma Capitale che ha visto l’impiego di personale dei Gruppi GPIT ( Gruppo Pronto Intervento Traffico) e del Rocs (Reparto Operativo Coordinamento e Supporto) del Comando Generale.
Gli Agenti, dopo aver superato la reticenza di A. P., prosituta trentaduenne di nazionalità romena, riuscivano a raccogliere le sue confidenze.
La donna, dapprima oralmente e poi a verbale, raccontava agli investigatori delle violenze ed umiliazioni che era costretta a subite da un connazionale, S.B.D. di 34 anni, per costringerla al meretricio con l’obbligo di consegnarli tutto il denaro riscosso per le “prestazioni”. S.B.D., per obbligarla a prostituirsi, la intimidiva minacciando di morte sia lei che la madre.
Stessa sorte, toccava ad altre giovani connazionali.
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, gli uomini della Polizia Locale predisponevano una serie di appostamenti ed intercettazioni che permettevano di raccogliere elementi investigativi probanti. Emergeva così che il lenocinio veniva consumato sia per strada che mediante accordi telefonici (S.B.D. aveva in uso numerosi telefoni cellulari) che, con spavalderia, arrivava addirittura a divulgare annunci che pubblicizzavano escort e facevano riferimento ad espliciti incontri a pagamento da effettuarsi in hotel o a domicilio, con prezzi variabili in base al tempo, ai servizi prestati con il cliente e alla distanza del luogo convenuto per l’incontro. Tutto l’incasso, ovviamente in contanti per timore di eventuali tracce investigative, sequestri e confische, veniva completamente intascato dal malfattore che viveva agiatamente con il ricavato dalla prostituzione delle schiavizzate connazionali.
P.A., veniva obbligata ad avere fino a 8 appuntamenti diversi a notte e veniva accompagnata dal suo aguzzino ai vari incontri.
Sulla base degli inconfutabili elementi di prova raccolti con le complete attività investigative, la Procura della Repubblica richiedeva ed otteneva dal G.I. del Tribunale di Roma, un’ordinanza di applicazione cautelare in carcere a carico di S.B.D. per rispondere del reato di ” sfruttamento della prostituzione”.
In mattinata, il provvedimento è stato eseguito dal personale della Polizia Locale Roma Capitale e l’uomo è stato associato nella Casa Circondariale di Roma “Regina Coeli” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.