I tre, da alcune settimane, lo stavano vessando con l’intento di estorcergli 100mila euro, costringendolo a stipulare un “accordo” con il quale gli avevano imposto il pagamento della somma, pena, in caso contrario, di gravi ritorsioni nei suoi confronti e della sua famiglia. La vittima era stata costretta a sottoscriverlo mediante l’apposizione della propria impronta digitale, come vuole la tradizione culturale cinese.
Poiché nonostante la ‘firma’ egli non aveva ceduto al ricatto, era stato oggetto di una serie di atti intimidatori quali la rottura, per ben due volte, della cabina elettrica del magazzino ubicato in Montecompatri, l’apposizione della colla ai lucchetti d’ingresso, spari alle finestre, e fiamme appiccate al cancello d’ingresso per ben tre sere di seguito, sino alla ricezione di due bottiglie di vino che, spiegava, nella simbologia cinese avrebbero voluto significare l’ultimo gesto di benevolenza nei suoi confronti, e che, la volta successiva, avrebbe di certo dovuto attendersi delle bottiglie incendiarie.
I Carabinieri della Stazione di Colonna, constatata la veridicità di quanto denunciato, repertando i frammenti dei colpi esplosi, verosimilmente cal.22, predisponevano un servizio di osservazione notturno, riuscendo così a bloccare i tre mentre stavano posizionando dellebombe molotovmunite
di innesco vicino al cancello d’ingresso del magazzino della vittima. Bloccati in tempo i tre, nel portabagagli della loro auto, i militari dell’Arma rinvenivano e sequestravano anche una carabina ad aria compressa, due scatole di varie munizioni, una mazza da baseball e una da golf.
I fermati, gli uomini con penali e la donna che si prostituisce, sono stati arrestati ed associati in carcere. Dovranno rispondere tutti di concorso in ‘estorsione aggravata’ ed altro.