Roma, 27 settembre 2019 – Erano le 23,30 circa del 25 settembre quando la pattuglia della Polizia di Stato del commissariato Prati veniva fermata in piazzale degli Eroi da un cittadino straniero il quale, preoccupato, riferiva che dal giorno prima non aveva più notizie di una sua amica, la quale aveva un appuntamento di lavoro.
La donna, verso le 22,30 le aveva inviato un messaggio chiedendo aiuto in quanto era stata costretta dalla coppia, con la quale aveva appuntamento, a recarsi ad un albergo di Civitavecchia ove era trattenuta contro la sua volontà.
Gli Agenti informavano immediatamente il Commissariato di Civitavecchia che riuscivano ad rintracciare l’albergo e individuare la stanza dove erano alloggiati alcuni cittadini indiani.
Gli investigatori, entrati nell’appartamento, trovavano un uomo e due donne, di cui una di con gli occhi pieni di lacrime ed il volto tumefatto, che veniva identificata per la giovane che aveva chiesto aiuto.
Accompagnati al Commissariato, la stessa denunciava che aveva incontrato le persone che gli avevano offerto un lavoro e quindi condotta in quell’albergo con la scusa di trascorrere una serata in compagnia.
Da quel momento per la donna iniziava l’incubo. Una volta all’interno della camera l’atteggiamento della coppia cambiava. Dopo aver chiuso a chiave la porta, le intimavano di spegnere il telefono. Dalle parole, passavano all’azione. Con forza, dopo averla spinta sul letto, con violenza, la spogliavano i toccandola nelle parti intime. Solo grazie alla sua energica reazione, non ci sono state conseguenze ulteriori.
Poi, la vittima della violenza, approfittando di un momento di distrazione dei due aguzzini, riusciva ad inviare un messaggio con la richiesta di aiuto al suo amico, che aveva informato la Polizia di Stato della Capitale.
La coppia di stranieri, identificati per K.D.M. di 36 anni e B.S., una donna di 42 anni, venivano arrestati dagli Agenti del Commissariato di Civitavecchia, dovendo rispondere di “sequestro di persona e violenza sessuale aggravato dall’inganno e dall’uso di sostanze alcoliche” e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.