Roma. Operazione “All’ombra del Cupolone”. Sequestrati beni per 25 milioni di euro

Fra i  destinatari del provvedimento, i Casamonica

Roma, 11 maggio – Nell’ambito di una complessa attività di indagine di natura patrimoniale, tesa all’aggressione dei patrimoni di mafia o, comunque,  illecitamente accumulati,  personale Della Divisione Polizia Anticrimine avvalendosi anche della collaborazione del personale della Squadra Mobile, di 28 Commissariati di P.S. Sezionali e Distaccati territorialmente competenti per Roma e Provincia e delle Divisioni Polizia Anticimine delle Questure di Avellino, Benevento,  Caserta,  Frosinone, Grosseto, Milano, Parma, Perugia, Pordenone, Reggio Calabria, Torino e Treviso, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Roma – Sezione  Misure di Prevenzione ai sensi del D. Lgs. 159/2011 (normativa antimafia), nei confronti di:Filippone Francesco nato a Melicucco (RC) il 10.08.1980;Bottiglieri Alessandro nato a Roma il 07.02.1971;Camillò Rocco nato a Polistena (RC) il 16.10.1978;Giovinazzo Marcello nato a Taurianova (RC) il 4.03.1970;Casamonica Salvatore nato a Frascati (RM) il 14.08.1988;Cicivelli Roberto Giuseppe nato a Marino (RM) il 19.03.1969; Lucci Emanuele nato a Roma il 31.05.1970;Calvi Francesco nato a Melicucco (RC) il 05.11.1958;Mercuri Michele nato a Melicucco (RC) il 17.06.1967.

Tutti i soggetti coinvolti,   dall’elevato spessore criminale, emergono a più riprese in alcune attività investigative  svolte da diversi organi inquirenti ( Procura della Repubblica di Palmi, Procura  DDA di Reggio Calabria, DDA di Milano e DDA di Roma)  a partire dagli anni 90 e sino all’anno 2014,  per delitti di particolare gravità, commessi anche in forma associativa, quali traffico e spaccio di stupefacente del tipo cocaina,  proveniente dalla Calabria e destinata al mercato  romano.

Se le indagini ed i conseguenti  provvedimenti restrittivi di cui si è fatto menzione  hanno riguardato i proposti disgiuntamente ed in periodi temporalmente distinti, il quadro che è emerso dall’odierna analisi complessa  e strutturata delle varie vicende, è quello di una vera e propria joint-venture criminale, eletta a sistematica fonte di profitto, attorno alla quale ruotano oltre al menzionato traffico di stupefacenti  altre illecite attività, quali usura, estorsioni, riciclaggio, falso ecc.,  svolte anche in modo autonomo da ciascun proposto.

Nel provvedimento ablativo il Giudice  ha sottolineato  la sussistenza  “ di concreti ed obiettivi elementi, fondati su circostanze di fatto, per affermare la risalente e perdurante pericolosità sociale di tutti i proposti….Omissis…Per tutti i proposti deve parlarsi di pericolosità “qualificata” poiché gli stessi- anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo ‘ndranghetista – sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano altresì attività di riciclaggio….Omissis….Ne emerge un complesso sistema criminale che coinvolge non solo i soggetti proposti ma tutte le società agli stessi riconducibili, le quali fungono da “contenitori” per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose le cui prerogative sono anche quelle di costituire uno schermo atto a neutralizzare eventuali azioni giudiziarie ablative, di massimizzare, se possibile, ulteriormente i profitti ed offrire un volto presentabile di “colletti bianchi” capaci di contrattare con l‘imprenditoria, ma anche con la pubblica amministrazione”.

L’ indagine patrimoniale elaborata da questa Sezione ha permesso di ricostruire la storia criminale,  i molteplici legami e gli affari illeciti dei citati soggetti, i quali vengono quindi associati  in quello che può essere considerato   un nuovo gruppo criminale trasversale, comprendente i sopra indicati esponenti della ’ndrangheta, della camorra e della nota famiglia sinti dei Casamonica, che si

accordano formando di fatto  una  società d’interessi illeciti, finalizzata a riciclare  nella città di Roma i rispettivi profitti, di cui è stato effettuato il sequestro.

Il citato decreto del Tribunale di Roma, emesso in accoglimento dell’ articolata proposta di questa Divisione, ha disposto infatti il sequestro dei seguenti beni: 10 unità immobiliari;  43 società e/o imprese individuali;45 aziende commerciali e cooperative;30 veicoli;  svariati rapporti bancari e postali  individuati finora presso 68 istituti.

Tra i beni sottoposti a sequestro si segnalano in particolare, i bar “Pio Er Caffè” e “L’Angolo d’Oro” nonché il ristorante/trattoria “Hostaria Sora Franca”, tutti ubicati nei pressi del Vaticano, intestati formalmente a terzi – tra cui due cittadini cinesi – nonché 1 trattoria in Trastevere, formalmente intestata a una cittadina romena e ad una cittadina ucraina- ,ma riconducibile al proposto Mercuri Michele.  Si segnala, inoltre, anche una palestra e l’impresa esercente attività di vendita di calzature in Ciampino (RM) riconducibile alla famiglia Casamonica. 

Tra le aziende situate fuori da questo capoluogo si evidenziano una cooperativa di facchinaggio in Arienzo (CE) ed una cooperativa O.n.l.u.s. sita in S. Nicola La Strada (CE), la SERRMAC s.a.s., con sede in Budoia (PN), per anni considerata un’ eccellenza italiana nel mondo, per la costruzione di trapani a colonna e maschiatrici, acquisita a seguito di fallimento e un’ azienda di somministrazione di cibi e bevande con sede  in Parma.

Il valore complessivo dei beni posti sotto sequestro ammonta a circa 25 milioni di  euro.

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