Roma, 25 luglio – Alle 10,30 del 23 luglio, mentre il comandante della Stazione dei Carabinieri di Santa Maria del Soccorso, Luogotenente Giuseppe Amodio, si trovava in abiti civili in un vicino centro commerciale per avere notizie in relazione ad alcune rapine consumate nei giorni precedenti, notava entrare un uomo, di alta statura, travisato da una busta di carta in testa sulla quale aveva praticato due fori per gli occhi che, armato di taglierino, minacciava il cassiere per farsi consegnare i soldi.
Il luogotenente Amodio si predisponeva per bloccare il rapinatore e, qualificatosi a voce alta, estraeva la pistola intimandogli di gettare il taglierino. Il malvivente allora, si dava alla fuga inseguito dal Carabiniere che stava per raggiungerlo e bloccarlo quando il malfattore si girava e, brandendo il taglierino a cui aveva estratto tutta la lama, minacciava il militare dell’Arma. Amodio, allora, armava la pistola d’ordinanza intimandogli di gettare a terra l’attrezzo atto ad offendere e, per farlo desistere dall’attacco, esplodeva un colpo di pistola in aria. Il rapinatore allora gettava il taglierino e, toltasi la busta dalla testa, ricominciava a correre sempre inseguito dal Luogotenente. Dopo circa un chilometro, l’uomo imboccava una strada senza uscita per cui, all’ennesima intimazione, si arrendeva, venendo catturato.
Il rapinatore veniva identificato per M. E. 20enne da Roma, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari con permesso d’uscita.
Nel corso della perquisizione domiciliare, i Carabinieri rinvenivano altro taglierino e si procedeva al sequestro di numerosi capi d’abbigliamento, rispondenti a quelli indossati in occasione di altre rapine.
M.E. veniva arrestato per i reati di “tentata rapina” e denunciato in stato di libertà per il reato di cui all’art. 4 legge 110/75 per il taglierino.
Portato in udienza ieri mattina, M.E., dopo la convalida dell’arresto e nonostante la pericolosità sociale dimostrata, veniva riaccompagnato agli arresti domiciliari.
Nel pomeriggio di ieri e quindi subito dopo il processo, M.E. è stato nuovamente arrestato dai Carabinieri della Stazione Nomentana per “evasione”.
Nuovo processo questa mattina e… sorpresa …nuovamente agli arresti domiciliari!….
Questo, non significa dare una sorta di immunità ai delinquenti e consentirgli di fare ciò che più li aggrada? A cosa è servito il rischio corso dal Comandante della Stazione dei Carabinieri per arrestarlo se poi, applicando leggi delinquenziali, i malviventi vengono scarcerati?
Quando si sveglierà dal letargo la vera onesta Italia?