Roma – Come da copione di un vecchio film, tre albanesi evadono dal carcere

Si sono calati dal muro di cinta, sotto la garitta, annodando le lenzuola

Roma, 27 ottobre 2016 – Ancora un’evasione dal Carcere di Rebibbia, Nuovo Complesso.

Questa mattina, tra le 6,15 e le 6,30, tre detenuti albanesi, ristretti nel reparto G9 del carcere  dove sono rinchiusi detenuti per reati comuni e i cosiddetti “precauzionali”, ossia soggetti accusati di violenze sessuali o ex appartenenti alle forze dell’ordine che vanno tenuti separati da altri ristretti, dopo aver segato le sbarre della cella, hanno raggiunto il muro di cinta da dove, annodando le lenzuola, si sono calati riprendendosi l’immeritata libertà.

Il luogo da cui si sono calati, è quello usato in precedenti evasioni, proprio all’altezza della garitta ormai non più vigilata per la nota carenza di organico. Ciò, nonostante il precedente specifico.

I tre sono attivamente ricercati dal personale del Commissariato di San Basilio e della Compagnia Carabinieri Montesacro, comandata dal Capitano Nico Blanco.

Per la nota carenza organica, le mura di cinta non vengono vigilate e quindi, si sta ritornando ai tempi delle evasioni di massa per le quali, nel 1982, venne istituito il Nucleo Vigilanza Esterna Istituti di Prevenzione e Pena (Veipp), affidato ai Carabinieri, comandati dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il servizio  consisteva nel pattugliamento all’esterno delle mura di cinta e fra gli istituti vigilati, anche quello di Rebibbia alle dipendenze della Compagnia di Montesacro, che vide fra  i suoi comandanti (per  primo) l’allora Tenente Luigi Sementa e lo scrivente.

Finchè tale servizio fu in atto (1995), non si verificarono più evasioni, anzi fu proprio l’attenzione di  una pattuglia in servizio dinanzi a Rebibbia, a riconoscere ed arrestare  una  terrorista armata che stava per attuare un attentato all’allora direttore del Carcere.

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