Il modus operandi era sempre lo stesso: la telefonata alla vittima, prescelta a caso dall’elenco telefonico. Se la voce era di persona anziana, un sedicente avvocato/assicuratore (tra i nomi di fantasia più gettonati dalla fantasia dei malfattori quelli di tali AVV. BRANDINI o BRAMBILLA,) che comunicava il coinvolgimento di un congiunto in un sinistro stradale. Pausa. Dall’altro capo, ovviamente nasce la tensione e quindi scatta il nome del figlio/parente e il gioco è fatto. Con parlantina sciolta, gli si comunicava lo stato di fermo presso una caserma dei Carabinieri a causa della mancata copertura assicurativa del veicolo condotto. Anche li, frase generica, e la vittima, preoccupata, forniva il tipo del mezzo. Il malcapitato, veniva ulteriormente intimorito informandolo che era previsto, oltre al pagamento della polizza assicurativa, una contravvenzione che si aggirava intorno ai mille euro ed il sequestro del mezzo. Quando dall’altra parte la vittima era ormai spaventata, scattava la possibile soluzione: l’avvocato/assicuratore, suggeriva che sarebbe bastato pagare immediatamente il premio assicurativo e, loro, compilando la polizza con la data retroattiva della scadenza, avrebbero provveduto a portarla direttamente in Caserma, sollevando da ogni responsabilità penale ed amministrativa il congiunto. Per ottenere ciò, avrebbero mandato un loro avvocato o un loro dipendente a riscuotere l’importo, depositare la cifra in ufficio, fare la quietanza con retroattività e, per mantenere il cliente, l’avrebbero portata direttamente in Caserma, superando così le ulteriori conseguenze e problematiche. Per tranquillizzare la vittima, le fornivano anche il comando dei Carabinieri dove il congiunto era trattenuto ed il numero di telefono della Stazione. L’anziano, riagganciava e formava il numero di telefono fornitogli al quale rispondeva la Stazione dei Carabinieri, parlando così con il “Maresciallo” che confermava la versione dell’assicuratore/avvocato, a cui ripassava il telefono per concordare fra loro le modalità di pagamento. La vittima aveva si riagganciato ma non l’aveva fatto l’utente chiamante che quindi era ancora collegato con lui per cui, quando questi telefonata, di fatto parlava sempre con lo stesso numero che l’aveva chiamato, cambiando la persona che “rispondeva”. Presi gli accordi, poco dopo giungeva a casa della vittima l’ “incaricato” a riscuotere i soldi della polizza e la truffa era pienamente consumata.
Ma una delle vittime, pur pagando, aveva registrato l’incontro con il truffatore al momento della consegna dei preziosi in sostituzione dei soldi che non aveva e, in sede di denuncia presso la Stazione dei Carabinieri, stavolta quelli veri, di Città Giardino, comandata dal Luogotenente Claudio Varone, consegnava anche il video della registrazione. In sede di denuncia, l’anziana confermava il modus operandi, ribadendo che, nel corso della mattinata era stata contattata telefonicamente da un avvocato, il quale le comunicava che la figlia aveva avuto un incidente e si trovava in una caserma dei Carabinieri e per evitare l’arresto sarebbe stato necessario pagare la somma di 2.500 euro. La donna riferiva ai due malfattori di non avere disponibilità di contanti, ma scossa dalla notizia, concordava il pagamento mediante oro e preziosi, per il medesimo importo, che avrebbe consegnato all’uomo incaricato di raggiungerla presso la sua abitazione.
Il Capitano Nico Blanco, comandante della Compagnia Carabinieri di Montesacro, estrapolate e immagini, diffondeva a tutti i militari le foto del truffatore.
La particolare attenzione e l’affinato spirito di osservazione, consentiva ad un Carabiniere della Stazione di Città Giardino, libero dal servizio, di riconoscere l’uomo sconosciuto che, ben vestito, si trovava nei pressi di un condominio del quartiere Talenti. Richiesto l’intervento dei colleghi, il truffatore veniva bloccato trovandolo in possesso di un sacchetto contenente oggetti in oro, poco prima, consegnatigli in pegno dall’ennesima anziana vittima, refurtiva che veniva riconsegnata alla truffata di turno.
I militari dell’Arma, effettuando una battuta in zona, rintracciavano anche anche il complice che attendeva in auto, poco lontano dal condominio.
Accompagnati in Caserma , i due venivano identificati per un 60enne ed un 42enne di origini campane, ed arrestati ed associati in carcere a disposizione della magistratura.
In poche ore, sono già state identificate molte vittime nella Capitale, le quali hanno riconosciuto i due malfattori quali responsabili delle truffe subite.
Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a quantificare il numero totale delle truffe tentate o consumate, con le stesse modalità, su tutto il territorio nazionale.
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