Roma
Operazione “Few Minutes”. Stupefacenti e armi. 5 arresti. Secondo cellulare sequestrato in carcere
Ancora un telefono in uso ai detenuti nel Carcere di Rebibbia
S. Vittorino Romano, 20 dicembre 2016 – L’alba di ieri mattina ha visto la conclusione dell’indagine “Few Minutes”, condotta dai Carabinieri della Stazione di San Vittorino Romano comandati dal Maresciallo Pietro Di Iorio e coordinata dal Capitano Marco Beraldo, comandante dei Carabinieri della Compagnia di Tivoli, con l’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma che ha diretto le indagini, nei confronti di 4 persone di nazionalità italiana, tutte ritenute a vario titolo, responsabili di traffico di cocaina, ponendole a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le attente e laboriose indagini dell’Arma di San Vittorino Romano, avevano portato all’identificazione dei fornitori di cocaina che operavano nella zona periferica di Roma est a confine con i comuni di Tivoli, Gallicano nel Lazio e San Gregorio da Sassola, rifornendo i pusher che operavano nei quartieri situati alla periferia est della Capitale quali Castelverde, Villaggio Prenestino, Giardini di Corcolle, Colle del Sole e Ponte di Nona. Le consegne, per minimizzare i rischi, avvenivano di continuo e con tecniche collaudate e rapidissime. Da tale comportamento, il nome dell’operazione “few minutes”.
Nel corso delle attività investigative, costantemente coordinate e dirette dal P.M. titolare delle indagini, sono 10 gli arresti eseguiti in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e sequestri di droga per un quantitativo totale di grammi 100 di cocaina, grammi 118 di hashish per un equivalente di n. 480 dosi, oltre ad una autovettura, telefoni cellulari, bilancini di precisione, vario materiale per il taglio ed il confezionamento della sostanza, somme in denaro per un totale di euro 2085.00 euro. La droga sequestrata, peraltro, mediamente pura al 95%, ha evidenziato la vicinanza dei soggetti coinvolti ai livelli superiori del traffico.
Le indagini svolte con l’ausilio di servizi tecnici, permettevano di accertare che quotidianamente, mediante un telefono cellulare in uso a soggetti ristretti presso il Carcere di Rebibbia, venivano date disposizioni su accordi concordati in carcere e ordinativi di stupefacenti da far pervenire all’interno della struttura penitenziaria.
L’apparato è stato rinvenuto e poi sequestrato dalla Polizia Penitenziaria.
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A margine delle operazioni condotte è stato arrestato anche un cittadino italiano, G.D. classe 1982, che, a seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di una pistola clandestina con il relativo munizionamento. L’arma sequestrata sarà sottoposta ad accertamenti tecnici da parte della sezione balistica del Racis di Roma.
È allarmante il sequestro del telefono cellulare in uso ai detenuti del carcere di Rebibbia. In particolar modo, se si pensa che otto giorni fa, i Carabinieri di Monterotondo hanno denunciato un’analoga situazione nello stesso carcere, con il conseguente sequestro di un telefono cellulare all’interno della struttura di Rebibbia. Viene allora da porsi la domanda del come è possibile il verificarsi di queste situazioni e come mai, nelle perquisizioni effettuate, è stato rinvenuto solo quello segnalato dai Carabinieri di Monterotondo e non anche rinvenuto e sequestrato quello intercettato dai militari dell’Arma di San Vittorino Romano. Ma di questo, certamente, si occuperà la magistratura…