Nel corso degli oculati servizi predisposti in un ambiente particolarmente difficile sotto il profilo operati, gli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia, comandato dal Tenente Marco Zavattaro, profondi conoscitori del territorio, avevano notato del “movimento” nella scala di un palazzo di via Fiuminata, posto al centro del quartiere. I militari dell’Arma individuavano l’appartamento in questione per quello ove si trovava agli arresti domiciliari un 26enne già sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Dall’appartamento dell’uomo usciva un 39enne, abitante nel quartiere Casal Bertone, noto alle Forze di Polizia per incontrarsi subito dopo, nella vicina via Muccia, con un “cliente” al quale consegnava un involucro. I militari bloccavano l’operazione, accertando che l’involucro conteneva due grammi di cocaina di cui il “cliente” era assuntore. Addosso al pusher, venivano rinvenuti altri 4 grammi di cocaina e la somma di euro 240, in banconote di vario taglio, stupefacente e soldi che venivano posti sotto sequestro.
I militari, con ausilio di altro personale, si recavano immediatamente all’abitazione del pregiudicato che fruiva del beneficio degli arresti domiciliari con bracciale dove era presente un 39enne, incensurato, abitante in una vicina strada del quartiere. Si procedeva così alla perquisizione personale e domiciliare nel corso della quale veniva trovata la somma di 1.160 euro in contanti di cui il 26enne non era in grado di giustificare il possesso e pertanto, ritenendola provento della vendita di stupefacente, veniva posta sotto sequestro. Addosso al 39enne incensurato, venivano rinvenuti 25 grammi di cocaina.
Nel corso della successiva perquisizione a casa del 39enne, in una borsa nascosta nella camera da letto, i Carabinieri hanno trovato il grosso dello stupefacente, circa 480 grammi di cocaina che veniva sequestrata.
I tre venivano tratti in arresto con l’accusa di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti” mentre l’acquirente è stato identificato e segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo in qualità di assuntore di stupefacenti.
Nell’udienza di convalida, venivano disposti per i due 39enne gli arresti domiciliari mentre per il 26enne si sono finalmente aperte le porte del Carcere.
I malpensanti si chiederanno se i due a cui sono stati concessi i benefici degli arresti domiciliari seguiranno l’esempio del 26enne… Ma non si fanno i processi alle intenzioni!