Roma, 02 ottobre 2020 – Dalle prime luci dell’alba, sono oltre 120 tra Carabinieri, Polizia Ferroviaria e Polizia Locale di Roma, impiegati per eseguire un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale Ordinario di Roma nei confronti di 23 persone.
L’operazione si svolge su diversi obiettivi distribuiti nelle province di Roma e Napoli.
A loro carico, 8 agli arresti domiciliari, 11 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività di impresa per mesi dodici
L’accusa è, a vario titolo, di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati contro l’ambiente, traffico illecito di rifiuti, autoriciclaggio, furto, ricettazione e sottrazione di cose sottoposte a sequestro”.
Ad operare, i carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma e del Gruppo Carabinieri Forestale di Roma – NIPAAF, gli agenti della Polizia di Stato del Compartimento Polizia Ferroviaria di Roma, della Polizia Locale di Roma Capitale e della Polizia Locale della Città Metropolitana di Roma Capitale.
Le indagini, condotte dall’ottobre 2018 al giugno 2019 e coordinate dalla Procura di Roma, si erano originariamente sviluppate su tre distinti filoni e poi riunite.
Le investigazioni hanno consentito l’individuazione di un ingente traffico illecito di batterie al piombo esauste, al quale concorrevano diversi soggetti con differenti compiti.
Ad operare, principalmente, una serie di soggetti di etnia rom che sistematicamente, più volte al giorno, depredavano di batterie il Centro di Raccolta AMA di Cinecittà (sono stati documentati oltre cento furti in poco più di due mesi) oppure se ne approvvigionavano illegalmente attraverso una raccolta non autorizzata, in violazione della normativa di settore.
Il materiale rubato, veniva successivamente venduto ad un’organizzazione con base a Tor Sapienza, composta anch’essa da soggetti di etnia rom.
I ricettatori, a loro volta o lo esportava verso l’estero (Romania), oppure lo immetteva sul circuito legale nazionale, ricorrendo alla complicità di alcuni commercianti del settore.
Quest’ultimi, attraverso la falsificazione della documentazione volta a certificare la provenienza lecita del rifiuto, ricevevano le batterie che reintroducevano nel circuito legale di smaltimento, conferendole ad un compiacente centro di raccolta autorizzato del napoletano.
Il volume d’affari stimato nell’arco di circa sei mesi, si aggira intorno ai 400.000 euro.
Nel corso delle attività sono state sequestrate complessivamente circa 40 tonnellate di batterie esauste, delle quali la metà occultate a bordo di un TIR diretto in Romania, sequestrato ad aprile 2019 lungo l’autostrada Roma Firenze nei pressi di Fiano Romano, e sono state tratte in arresto tre persone.
Unitamente alle misure cautelati personali, il GIP del Tribunale di Roma ha altresì disposto il sequestro di undici automezzi impiegati nel traffico di rifiuti.