Così, l’uomo ha pensato bene di non sottrarre nemmeno i 10 minuti dedicati alla firma e si è presentato per la “pesante incombenza” deviando dal lavoro. Ma la sua fretta, ha insospettito i Carabinieri i quali hanno cominciato a porre delle domande finchè, non convinti delle risposte ottenute, hanno deciso di procedere alla sua perquisizione personale.
Il beneficiato spacciatore, aveva avuto l’ardire di presentarsi in Caserma con, celate negli slip, 12 dosi di eroina, per un peso complessivo di gr.21.
Così, l’individuo è stato riarrestato e trattenuto in caserma in attesa di essere condotto in Tribunale per essere sottoposto al rito direttissimo.
Ora, la domanda nasce spontanea: a cosa serve l’obbligo della firma? Pena alternativa alla detenzione. Ci vogliono solo i legislatori italiani per dichiarare punizione ad uno spacciatore il dirgli di passare in Caserma in un orario prestabilito in modo da avere poi la giornata libera per fare ciò che si vuole. E risuonano nell’orecchio le parole dettemi a Cinecittà nel lontano 1972 da un delinquente sedicenne, poi morto ammazzato. “Ah Brigadiè! Se manno arrestato a prima vorta e nun manno fatto niente, arrestato ‘a seconda e non fatto niente, ‘a terza nun manno fatto niente, ‘a quarta nun manno fatto niente, che ‘vordì? Che ciò raggione io, no?” Discorso semplice, lineare, senza una grinza! E forse è per questo che il crimine può tranquillamente prosperare in Italia… ma… non è che fa comodo e che sono leggi fatte ad personam, come si contestava ad un altro parlamentare ed invece erano tanti su altri settori?