Roma, 4 settembre – Era quasi mezzanotte quando è pervenuta un sos da parte di un 68enne romano che in mare aperto all’altezza di Fiumicino, per le avverse condizioni armosferiche, non riusciva più a governare la sua barca a vela.
Il forte vento ed il mare mosso, lo spingevano verso gli scogli.
Giungeva una pattuglia del Commissariato di Fiumicino che, dalla scogliera, attivavano i segnali luminosi di emergenza riuscendo a richiamare l’attenzione dell’uomo. I poliziotti, gridando, riuscivano a convincere il marinaio ad indossare un giubbotto di salvataggio, facendosi lanciare una cima.
Riusciti ad a prenderla, uno dei due Agenti si gettava in acqua e, sfidando il mare ed a rischio della propria vita, raggiungeva a nuoto l’imbarcazione, convincendo l’uomo ad abbandonare la barca e gettarsi in acqua aggrappandosi a lui.
Con fatica, l’agente afferrava per un braccio il malcapitato e, con grande sforzo, aiutato dal collega che manteneva la fune, riusciva a guadagnare la terraferma, traendolo in salvo.
Soccorso da i medici del 118, che ne frattempo erano giunti sul posto, all’uomo sono state prestate le prime cure e solo dopo essersi tranquillizzato è riuscito a pronunciare le prime parole rassicurando tutti che a bordo del natante non c’era nessun altro.
Un altro diuturno atto di eroismo delle nostre tanto vituperate Forze di Polizia