Ambulante senegalese morto. Dalla Tac escluse fratture o eventi violenti
(foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Attesa per il risultato finale dell’autopsia. Lentamente emergono calunnie.
Roma, 7 maggio 2017 – Alle 11,50 circa del 3 maggio, la Polizia Locale Roma Capitale è impegnata in un servizio per frenare l’abusivismo commerciale ambulante tra Ponte Garibaldi e l’Isola Tiberina.
All’arrivo dei Vigili, il solito fuggi-fuggi con gli operatori di Polizia Urbana impegnati a sequestrare quanto abbandonato per terra.
Poco prima delle ore 13.00, all’incrocio tra via Beatrice Cenci e lungotevere de’ Cenci, veniva trovato il corpo privo di vita di un cittadino straniero, poi identificato per Maguette Niang, senegalese 54enne.
L’immediata accurata e completa indagine svolta dagli investigatori della Squadra mobile e del commissariato Trevi, che hanno verbalizzato tutti i presenti nella zona, permetteva di affermare che l’uomo era stato visto accasciarsi al suolo mentre si trovava da solo.
Intanto, diffusasi la notizia, l’immediata spontanea manifestazione di protesta degli ambulanti che accusavano gli agenti in borghese di averlo inseguito ed investito con un motorino o una moto, facendolo cadere e provocandone la morte” sul posto.
La manifestazione si concludeva solo grazie alla massiccia presenza delle Forze dell’Ordine.
Intanto, la Questura emetteva un comunicato stampa con il quale si ribadiva che dalle testimonianze acquisite, il decesso del cittadino senegalese non era in alcun modo collegabile alle operazioni condotte poco prima dalla Polizia locale e che, comunque, la salma era a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Pubblico Ministero di Roma, Dott. Francesco Marinaro, aveva disposto che l’autopsia che venisse eseguita presso l’istituto di medicina legale della Sapienza, aprendo un fascicolo contro ignoti con la prima ipotesi di reato di “omicidio colposo”, al fine di informare e consentire alle parti di assistere alla perizia medico-legale.
La Polizia Locale Roma Capitale, dal canto suo, attraverso il vicecomandante Antonio Di Maggio, dichiarava che “Come Corpo e come amministrazione siamo dispiaciuti per questa vicenda che colpisce la comunità senegalese. Smentisco seccamente che uno qualsiasi degli ambulanti controllati sia stato inseguito. Auspichiamo che a seguito delle polemiche la procura faccia i suoi accertamenti”.
Noi, dal canto nostro, esprimiamo il nostro cordoglio per una morte.
Nel frattempo e prima ancora di avere dati sufficienti per capire l’esatta ed imparziale dinamica dell’accaduto, comincia il “dagli allo Stato”.
Al grido di ‘Vogliamo giustizia’ cortei e manifestazioni per ricordare l’ambulante senegalese in quasi tutta Italia. A Roma, ad aprirlo, i parenti e gli amici dell’uomo, a cui hanno partecipato militanti e dirigenti dell’Usb e di Rifondazione comunista, associazioni antirazziste, attivisti del movimento per la casa e rappresentanti di comunità del Nord Africa, dello Sri Lanka e sudamericane. Fra i cartelloni, portati molti da stranieri che non conoscono l’italiano, le scritte ‘Il decreto Minniti è guerra ai poveri’, ‘Basta sceriffi nella nostra città’, ‘Maguette lotta con noi’, ‘Basta retate’, ‘La nostra sicurezza è la città solidale’.
Sembra quasi la stessa presa di posizione di un triste fatto accaduto lo scorso anno, con le stesse associazioni e chiesa schierata dove poi la verità emersa era un’altra, giustificata da “non parlo bene l’italiano”…
Come nostra abitudine, ci asteniamo dallo scrivere se non si hanno elementi probatori ma una cosa fa riflettere: a cosa serve ai Vigili Urbani correre dietro all’ambulante? Elevargli una contravvenzione che nessuno pagherà mai, come rispettosamente fa pensare la … “sensata?”… contravvenzione da 200 euro “ai portoghesi” sull’autobus elevata a chi non ne paga 1? E poi, la vittima sarebbe stata inseguita e investita dolosamente dai Vigili che hanno impiegato moto o addirittura ciclomotori che, la Polizia Locale non usa?
Ieri, con tutte le garanzie di legge, i primi risultati della Tac: sul corpo del senegalese “non emergerebbero fratture ed elementi compatibili con un decesso causato da investimento o da un evento violento” quindi apparentemente sembra confermata l’ipotesi della morte naturale. Oggi l’autopsia proseguirà per dare una risposta conclusiva.
Per pregressa professione, ho visto decine di persone morte per cause naturali, alcune dopo aver corso dietro ad uno scippatore ma mai dopo circa un’ora dall’evento…
Fra i cartelli esposti nel corso delle manifestazioni, si chiede “GIUSTIZIA”. Ora, la giustizia dovrebbe essere l’applicazione della legge, condivisa o non condivisa.
L’autopsia dovrà chiarire se come asserito dagli ambulanti e loro sostenitori, sono stati usati atti violenti contro Maguette Niang che, se compiuti, dovranno essere puniti severamente.
Ma la stessa autopsia, sempre eseguita alla presenza dei periti delle parti, potrebbe confermare l’ipotesi del decesso naturale e quindi escludendo responsabilità e concausa. In questo caso, sempre in applicazione di quella reclamata Giustizia, chi ha fatto quelle dichiarazioni calunniose di aver visto investire Maguette Niang nei confronti degli operatori della Polizia Locale, dovrà essere punito severamente anche per non continuare a lasciare spazio a chi, inneggiando al “razzismo”, crede di potersi permettere di urlare tutto. Magari, applicando anche – se ci sono gli estremi – l’espulsione, ma vera!
Attendiamo e … vedremo…