Gli approfondimenti investigativi, corroborati dallo studio di innumerevoli traffici telefonici di celle radio base ed utenze telefoniche, da attività tecnica d’intercettazione e da servizi di pedinamento ed osservazione su strada, hanno permesso sia di identificare tutti i membri dell’intero organigramma che di ricostruire altri tre tentativi di rapina.
Emergeva così che la banda era costituita da ben sette elementi, di cui quattro erano padre e figlio: A.T., ed il figlio M., A. B., V.P., S.G., M.A. ed il figlio A., tutti soggetti di Roma con vari precedenti, sia contro il patrimonio (rapina, furto e ricettazione) che in materia di armi e stupefacenti, personaggi di spicco della criminalità capitolina.
Ognuno di loro, nell’organizzazione, aveva un compito ben preciso.
In particolare sono stati individuati in A.T. e A.B. coloro che, dopo aver selezionato il bersaglio da colpire, in base alla predisposizione dei locali della banca, ricoprivano il ruolo di cosiddetti “muratori” occupandosi di perfezionare nottetempo i pertugi per accedere all’interno e, in V.P. e M.T., gli esecutori materiali di quattro episodi di efferate rapine, una delle quali consumata e tre tentate, aggravata messi in atto, rispettivamente, uno presso la filiale di un istituto di credito a Cesano (Roma) tra il 4 ed il 5 febbraio 2016, uno nei confronti di una banca a Roma Eur Fermi lo scorso primo marzo, ed un altro ai danni di un esercizio commerciale di compro oro in zona Casalotti tra il 20 ed il 21 aprile 2016.
Inoltre, è stato documentato che M.A. ed il figlio, sia nel corso dei sopralluoghi che nelle fasi esecutive dei colpi, nei quali S.G. fungeva da “palo”, svolgevano le funzioni di “operatori radio”. I due, servendosi di sofisticate apparecchiature di ultima generazione, garantivano una copertura a distanza attraverso l’ascolto delle frequenze radio dei canali delle forze dell’ordine, in grado di avvisare i complici in azione dell’eventuale arrivo in zona di pattuglie di Polizia o Carabinieri.
In particolare, in occasione del tentativo di rapina all’ Eur, i poliziotti della Squadra Mobile hanno arrestato in flagranza M.T. e V.P., in quanto sorpresi all’interno dei locali della banca dove erano entrati attraverso un foro praticato dal vicino locale caldaie, nonché S.G., bloccato all’esterno dell’istituto di credito con funzione di “palo” ed in contatto via radio con i due complici.
Nella circostanza venivano sequestrati passamontagna e caschi per il travisamento, apparati radio ricetrasmittenti, arnesi da lavoro, una pistola con matricola abrasa usata per consumare la rapina, nonché un ciclomotore rubato per garantirsi la fuga una volta portato a termine il colpo.
A margine dell’attività investigativa, nell’aprile scorso i componenti della banda restati in libertà si sono riorganizzati per compiere, sempre con il consolidato modus operandi, una rapina in danno di un’attività di “compro oro” nel quartiere Casalotti; nell’occasione A.T., e A.B., mentre erano intenti nel perfezionare il pertugio di accesso, sono stati sorpresi e tratti in arresto in flagranza dagli agenti del reparto volanti, a seguito di segnalazione giunta al 113.
A conclusione delle indagini e con gli elementi di prova raccolti dagli investigatori, il Gip di Roma ha emesso 7 provvedimenti restrittivi a carico dei soggetti sopra nominati, contestando loro, a vario titolo, i reati di “rapina aggravata in concorso, ricettazione e sequestro di persona”.
I provvedimenti sono stati eseguiti all’alba di ieri mattina dagli uomini della Squadra Mobile di Roma, associandoli nel carcere di Regina Coeli, ad eccezione di V.P., e di A.T., che sono stati raggiunti presso gli istituti di pena dove si trovavano rinchiusi, rispettivamente quelli di Rieti e Frosinone, e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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