Ladispoli, 11 marzo – Era scomparso la sera del 9 marzo un 59enne artigiano. Nel primo pomeriggio di ieri, i Carabinieri di Ponte Galeria, tramite la localizzazione del cellulare, hanno segnalato ai militari di Civitavecchia la possibile presenza del telefono a Marina di San Nicola, località del Comune di Ladispoli.
Le accurate ricerche, consentivano di rintracciare il furgone dell’artigiano nei pressi del Piazzale della Lucertola a Marina di San Nicola.
Nell’interno, un corpo privo di vita, parzialmente bruciato, presumibilmente dell’uomo scomparso.
Il primo esame esterno del corpo, permetteva ai Carabinieri della Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Ostia e del medico legale giunto sul posto, di accertare che il decesso era avvenuto a seguito di una lesione da taglio inferta all’altezza della gola mentre ulteriori più precisi elementi avrebbero potuto essere rilevati e rivelati con l’autopsia.
Sul posto anche i Carabinieri della Stazione di Ladispoli che, coordinati dal dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Civitavecchia Antonia GIAMMARIA, con i colleghi di Civitavecchia hanno visionato ed estrapolato tutte le immagini delle numerose videocamere presenti in zona, accertando che il furgone era giunto alle 17,30 sul posto del 9 marzo, con a bordo l’uomo ed una donna. Alle successive 17,45, le telecamere riprendevano la donna che usciva velocemente dal furgone, travisata dal cappuccio di un piumino e quindi irriconoscibile, mentre all’interno dell’abitacolo si sviluppava una vistosa fiammata.
La donna, si accertava, si dirigeva verso via Aurelia.
Nonostante non vi fossero sufficienti elementi per identificare la sconosciuta, la tradizione dell’Arma che vuole che i suoi Carabinieri abbiano la conoscenza del territorio e dei suoi abitanti, ha consentito ai Carabinieri di riconoscerla ed identificarla con quasi certezza per un’abitante di Ladispoli.
I Carabinieri rintracciavano M.T., una 65enne straniera residente da anni a Ladispoli, casalinga la quale aveva avuto contatti con la vittima in passato, accompagnandola in Caserma per i dovuti accertamenti.
Dall’immediato esame dei tabulati telefonici dell’uomo, richiesti e ottenuti d’urgenza, sono emersi contatti anche recenti con la donna. M.T., dopo una iniziale reticenza, vistasi scoperta, ha ammesso le sue responsabilità, raccontando la sua versione della dinamica dell’evento che l’avrebbe portata a colpire con un coltello al collo l’uomo per poi cercare di bruciarne il corpo, tuttora al vaglio degli inquirenti. Forniva altresì indicazioni che permettevano di ritrovare l’arma del delitto, un coltello da cucina con lama di circa 10 cm, che la stessa aveva ripulito dopo aver compiuto l’omicidio e tentato di occultare nell’abitacolo del mezzo tra gli attrezzi da lavoro, nonché gli indumenti indossati al momento del fatto, di cui si era parzialmente disfatta lungo il percorso seguito per rientrare a Ladispoli.
L’arma e gli indumenti sono stati sequestrati da personale della Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Ostia, che ha inoltre acquisito, nel corso degli accertamenti effettuati sul mezzo, ulteriori tracce che dovranno essere sottoposte ad esami di laboratorio.
Nel corso della notte, M.T. è stata dichiarata in stato di Fermo di Indiziato di Delitto, e associata alla Casa Circondariale di Civitavecchia ove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovrà rispondere dei reati di “Omicidio Volontario e Tentata Distruzione di Cadavere”