Operazione “Lost Children”. Sfruttavano ed impiegavano minorenni per i borseggi. 64 indagati

In esecuzione provvedimenti restrittivi anche in Romania

Roma, 10 marzo 2021 – Era stata avviata nel 2017 l’operazione “LOST CHILDREN”, che ha condotto alla denuncia di 64 persone, di cui 29 arrestati e l’esecuzione di un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Roma a carico di 4 persone.

Contemporaneamente, altri provvedimenti vengono eseguiti in Romania da quella Polizia e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, SIRENE.

Sono sessantaquattro persone indagate, 29 arrestate in flagranza di reato per furto, 54 minori fermati, tra gli 11 e i 17 anni, non imputabili ed affidati ai genitori, 6 minori denunciati per falsa attestazione sull’identità personale.

Questo è il bilancio di un’accurata attività repressiva svolta dai Carabinieri della Compagnia Roma Centro nelle zone centrali della Capitale sul fronte dei borseggi ai danni di turisti e cittadini.

A loro carico, a vario titolo, viene contestato il reato di “associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, determinazione al reato di persona non imputabile, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento, false attestazioni sull’identità personale”.

A coordinare le indagini, la Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati contro il patrimonio- e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma.

A investigare, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina con l’ausilio della Polizia Romena, giunta in Italia su richiesta del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, SIRENE.

I Carabinieri hanno analizzato i numerosi furti, soprattutto di portafogli e cellulari nelle boutique del Centro o a bordo della metropolitana.

Emergeva che i reati venivano consumati da vere e proprie bande di ragazzini, di nazionalità romena, in prevalenza minorenni al di sotto dei 14 anni e pertanto non imputabili dei reati commessi.

La professionalità con cui venivano rubati gli oggetti di valore alle ignare vittime (anche turisti stranieri), la sicurezza ed il consolidato metodo di fornire false generalità per cercare di spacciarsi per minori degli anni 14, ha indotto i Carabinieri a spostare le indagini.

Gli investigatori dell’Arma, si concentravano sulla rete degli sfruttatori, che dietro questi giovani e raffinati borseggiatori maturava ingenti guadagni sostenendo economicamente intere famiglie, sulla carta nullatenenti.

Le indagini, con intercettazioni telefoniche e lunghi servizi di pedinamento nel centro storico di Roma, nelle piazze e i monumenti più rappresentativi, hanno permesso di accertare che erano proprio i genitori e i parenti più prossimi delle giovanissime “mano leste” a sfruttarli, inviandoli tutti i giorni tra piazza di Spagna, piazza del Popolo e al Colosseo a ripulire le tasche delle numerose vittime, sottraendoli anche alla frequenza scolastica.

I Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno così individuato i ruoli dei diversi indagati.

Dai reclutatori, a chi riscuoteva il denaro, scoprendo un canale di ricettazione degli oggetti rubati e le modalità di spartizione dei proventi.

Nel corso dell’attività sono state recuperate ingenti somme di denaro in contante, anche in valuta straniera.

È stata fatta luce su un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di nazionalità romena di etnia rom, tutte legate da vincolo di parentela, stanziali sul litorale romano, principalmente nel Comune di Anzio località Lavinio, da dove, ogni mattina, partivano le varie “batterie” di borseggiatori che invadevano il centro capitolino.

I soggetti rintracciati in Italia sono stati associati in carcere e sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari, dell’obbligo di dimora e di presentazione presso gli uffici della polizia giudiziaria.

Per alcuni componenti del sodalizio, nel frattempo spostatisi in Romania, sono in fase di cattura da parte della Polizia Romena e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, SIRENE.

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