Un funerale pacchiano fa scoprire la Roma Mafiosa. Finora il termine era “infiltrazione” non “esibizione” mafiosa
Continuano le inutili polemiche su un funerale zingaresco
Roma, 24 agosto – Ancora una volta, per distogliere l’attenzione dalla vera Mafia Capitale che vede coinvolti politici e non della Capitale, ci si concentra su uno sfarzoso e pittoresco funerale, arrivando ad usare termini di “avvertimento mafioso!”
Viene scomodato e convocato per stamattina il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Per cosa? Per una funzione religiosa che, senza il tam-tam della stampa, sarebbe passato inosservato come avvenne una decina di anni fa, per il funerale della “matrona” del clan Casamonica.
Ora si cercano le teste da tagliare.
Per cosa?
Esaminiamo la vicenda con un minimo di buon senso e quindi lasciando fuori la politica o la ricerca spasmodica di protagonismo.
Muore Vittorio Casamonica. Come per ogni cattolico credente, i famigliari – visto il gran numero di partecipanti – prenota il funerale presso la Basilica di Don Bosco a Piazza di Cinecittà chiesa dove, come loro vanno ripetendo, hanno celebrato tutte le funzioni religiose.
Viene fissato l’orario del funerale. Non sappiamo se hanno parlato di gigantografie ed il contenuto degli stessi, certamente però per poterli appendere han dovuto iniziare il mattino presto… Ma fermiamoci al funerale, non crocifiggiamo nessuno …
Essendo il figlio di Vittorio detenuto, il diligente avvocato Mario Giraldi, ha giustamente ed immediatamente presentato istanza alla Corte d’appello per ottenere che lo stesso potesse partecipare ai funerali del genitore. L’avvocato sostiene che “lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa”.
Fatto ciò, arriva l’autorizzazione alla partecipazione. Ignoriamo se ai Carabinieri di Ciampino, competenti sul quartiere Romanina, o Commissariato di Polizia.
I funerali si svolgeranno a Piazza Don Bosco per cui, si da comunicazione alla Stazione di Cinecittà e Commissariato Tuscolano, per concorrere alla vigilanza sulla presenza del detenuto al funerale, anche se questo è assolutamente inutile perchè se vuole evadere, se ne va direttamente.
Ma attenzione. Si parla di FUNERALE.
Detto ciò, professionalmente parlando, si potrebbe obiettare che sarebbe stato “opportuno evidenziare la qualità” del defunto, ma solo per attività informativa sui partecipanti ma questo non lo sappiamo se sia stato fatto nè gli investigatori vengono a dirlo ai mass media.
La Polizia Mortuaria dice di aver informato delle esequie del “boss” i vigili urbani e l’ufficio di stato civile del Comune.
Ancora una volta, si parla di funerale.
Detto ciò, arriviamo al funerale.
La Polizia Locale viene attivata per l’ingorgo della via Tuscolana. L’autoradio, trovandosi di fronte un funerale da set cinematografico, chiama la Centrale che invia altre autoradio per cercare di districare la complicata situazione di viabilità di quell’ampio settore della città.
Non leggendo gli atti, si parla per un’ovvia logica.
La Centrale del Gruppo Tuscolano, avrà certamente avvistato il comando centrale della Polizia Locale Roma Capitale che, ovviamente, avrà informato la Questura e Carabinieri di quanto si stava verificando.
Ma ormai, il corteo funebre era abbondantemente avviato e, anche per la Questura, interromperlo, avrebbe significato un problema di ordine pubblico non indifferente per cui l’unica soluzione era contenere e mantenere sotto controllo la situazione.
Ci si chiede: in base a cosa le Forze dell’Ordine potevano immaginare che si stesse organizzando un funerale solenne tenuto conto che le modalità, vengono gestite dai parenti che certamente non ne parlano per strada ma all’interno delle mura domestiche o nella recinzione delle abitazioni? Con intercettazione telefonica o ambientale?
E quì inizia la disinformazione, asserendo che i Vigili Urbani scortavano il funerale, mentre invece stavano svolgendo servizio di viabilità ed in un primario problema di ordine pubblico, si fa notare l’omessa contestazione di contravvenzione agli utenti motomontati privi di casco!
Balza poi agli occhi la barzelletta del Carabiniere della banda che suona al funerale del Casamonica, precisando poi solo nel corpo dell’articolo, che trattavasi di militare musicista in congedo, facente parte di quel complesso bandistico.
Ed ancora di più, se la situazione non facesse piangere, c’è da crepare dal ridere.
La Mafia, nota per i suoi agganci riservati, tessendo reti sotterranee per infiltrarsi nella politica e nella cosa pubblica, organizza un suo funerale facendo trasportare il feretro di un capoclan da una carrozza nera intarsiata con bassorilievi dorati, trainata da sei cavalli neri con pennacchio, (la stessa usata per i funerali del grande Totò) condotta da un cocchiere vestito di bianco, seguito da nove furgoni con corone di fiori, 12 Suv e limousine, con corteo funebre composto da almeno 250 auto ed infine il lancio di fiori con un elicottero?!? Proprio per passare inosservato! O si è rimasti ancora ai funerali mafiosi degli anni ’30 in America?
Chiunque, con un minimo di conoscenza, sa la forma esibizionistica degli zingari. Basta guardare le donne, l’oro che indossano ed esibiscono tanto da usare l’espressione di “porta più oro della Madonna delle Grazie”. Con il termine “re”, ci si riferisce alla sua funzione di capo clan.
Questo non significa certo da parte nostra volerlo santificare ma di inquadrare la vicenda del funerale nella sua reale pacchianità e cercare la Mafia, quella vera purtroppo esistente, che circola fra i colletti bianchi e non certo fra quella delinquenza comune, ed anche organizzata, cui fanno parte alcuni Casamonica
Oggi sapremo le decisioni del Prefetto e quali saranno i capri espiatori da portare sull’altare sacrificale.