Roma
Roma – Arrestato il senegalese autore efferata rapina da 10 euro. Alla donna, massacrata, con ferite alla testa e costole rotte, è stata asportata la milza
Roma, 1 ottobre – Erano le 18 circa del 27 settembre quando un uomo di colore è entrato nel negozio di via Ascanio Rivaldi, vicino all’ex ospedale Forlanini e al centro di accoglienza per rifugiati di via Ramazzini e ha aggredito la moglie del titolare, Pina D.C., 62enne impiegata nel vicino ospedale San Camillo.
L’uomo di colore, per rapinarla, l’ha massacrata di botte con calci e pugni, infierendo su di lei con violenza tale da fratturarle alcune costole e spaccarle la milza, impossessandosi delle chiavi di casa, di 10 euro ed alcuni oggetti.
Uscito il bruto, la vittima si è trascinata fino all’uscita del negozio ed è stata soccorsa da un assicuratore che lavora lì accanto e che ha visto l’immigrato allontanarsi. La donna è stata subito trasportata all’ospedale San Camillo dove i chirurghi le hanno dovuto asportato la milza e ricoverarla per le gravi lesioni riportate.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che, in sinergia tra i reparti dipendenti del Comando Provinciale di Roma comandato dal Generale Antonio De Vita, della Stazione Roma Monteverde Nuovo, della Compagnia Roma Trastevere e, per la parte tecnico scientifica, del Nucleo Investigativo di via In Selci e del Racis. Gli investigatori dell’Arma sono riusciti a rilevare un’impronta digitale lasciata dal delinquente sul luogo della rapina e quindi risalire alla sua identificazione, un cittadino senegalese di 24 anni, ospite del centro immigrati di via Ramazzini 31. Rintracciato il posto dove alloggiava, questa sera i Carabinieri hanno predisposto un servizio che ha consentito di rintracciarlo e fermarlo. Nel corso della perquisizione effettuata a suo carico, i Carabinieri hanno trovato anche alcuni degli oggetti asportati alla vittima.
La pronta risposta dell’Arma, ha ridato fiducia dei cittadini nelle Forze di Polizia, anche se il quartiere è in allarme per la massiccia presenza di 400 clandestini, sistemati nella tendopoli in via Ramazzini, in considerazione dell’impennata di furti ed aggressioni subite dal loro arrivo.
Mentre i commercianti del quartiere Monteverde lamentano di essere costretti a tenere i negozi chiusi a chiave per tentare di impedire l’ingresso in gruppo di “rifugiati” che ingiuriando aprono i cassetti, si appropriano di soldi e merce e vanno via, i cittadini contestano che “ormai da quando sono arrivati, sono padroni indisturbati di via Ramazzini mentre loro sono costretti a stare prigionieri in casa per timore di aggressioni per strada” aggiungendo con rassegnazione “tanto sanno che la giustizia italiana non gli fa nulla…”