Roma, 25 gennaio – Ieri notte, su segnalazione al 112 da parte di un conoscente, i Carabinieri di Mentana, alle porte di Roma, hanno trovato nell’interno della sua villa Lucio Giacomoni, di 71 anni, medico di famiglia in pensione, morto, riverso a terra nel bagno. L’uomo presentava varie tumefazioni al volto e, come accertato dal medico legale, era deceduto a causa dei colpi ricevuti. Sul posto anche il comandante della Compagnia di Monterotondo Capitano Salvatore Ferraro e il suo personale nonchè i militari del Nucleo Investigativo di Ostia.
Dai primi accertamenti, emergeva che tre malviventi erano penetrati nella villa, sequestrando un’amica moldava del medico, consumando una rapina e picchiando il medico per farsi dire dove erano i soldi, fino ad ucciderlo. La donna veniva portata via dalla villa e poi liberata in una strada vicina.
Le serrate indagini dei Carabinieri, consentivano in meno di 24 ore di scoprire gli autori dell’efferato omicidio ed assicurarli alla giustizia.
I tre, di nazionalità romena, pensavano di trovare in casa 20.000 euro, in quanto avevano saputo che il medico pagava sempre in contanti. Nell’abitazione avevano trovato solo 2mila e per tale motivo avevano massacrato il dottore per farsi dare l’altro danaro. Dall’abitazione sono stati asportati un computer, un tablet ed un iphone, oggetti che sono stati rinvenuti nell’abitazione degli assassini .
I tre sono stati fermati dovendo rispondere di “omicidio” e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La tragedia, per le stesse modalità, riporta alla mente l’analogo episodio avvenuto la notte tra il 29 e 30 giugno 2013. Anche allora, in azione sempre una banda di rapinatori romeni. I malfattori penetrarono nella villa di un anziano costruttore romano su Via Nomentana, strada consolare che congiunge la vicina Mentana e, nonostante l’allarme fosse in funzione e il padrone di casa, dal terrazzo avesse sparato in aria con il suo revolver per far desistere eventuali ladri, questi con disprezzo, penetrarono nell’abitazione, sequestrarono, legarono ed imbavagliarono la moglie del costruttore con il rischio di farla morire soffocata perchè sofferente di cuore e, sotto la minaccia di un’arma, stavano iniziando l’azione criminosa finale. Scendendo al piano inferiore, il costruttore vista la scena e la moglie in pericolo, sparava contro il muro per farli scappare e poi, vistasi puntata contro la pistola, sparava per difendersi e farli fuggire. Chiamava i Carabinieri che, nel giardino, trovavano uno dei rapinatori morto mentre altri tre erano fuggiti, venendo poi arrestati dagli stessi militari dell’Arma.