Roma, 15 febbraio – Quando nei mesi scorsi fu imbiancato per l’ennesima volta il sottopasso nella stazione ferroviaria di Settebagni, in molti si saranno chiesti il senso di tale sommaria manutenzione periodica, prevedendo che non ci sarebbe voluto molto prima che le mura diventassero nuovamente preda dei soliti teppisti muniti di vernice spray e pennarelli formato magnum (posto che le tabelle e le vetrine degli orari rimangono deturpate).
E così è stato, appunto: ecco servita una nuova serie di quelli che qualcuno osa ancora chiamare “graffiti”, assegnando così dignità culturale a volgari scarabocchi opera di teppisti.
Il discorso è il solito, si invoca la mancanza di fondi per pagare un servizio di piantonamento, mentre le telecamere di sorveglianza -ove installate – con tutta evidenza non rappresentano un deterrente, al punto di far sorgere dubbi sul loro funzionamento o semplicemente sull’effettiva visione delle immagini da parte degli addetti.
Viene però spontaneo chiedersi se convenga di più spendere per un ripristino dei luoghi destinato a vita breve o piuttosto per una vigilanza che contrasti il vandalismo e ogni altra forma di illegalità: una parete imbrattata forse ad alcuni preoccupa poco, ma in assenza di controlli può succedere ben altro.