Solo che tale rapporto di lavoro e la documentazione risultava poi fasulla.
A scoprire il meccanismo, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica, a seguito della denuncia presentata dall’amministratore di una società raggirata di Roma, con la quale erano stati sottoscritti quattro contratti di cessione del “quinto” dello stipendio da altrettanti lavoratori di due società, i cui rapporti con queste erano in realtà inesistenti.
La Fiamme Gialle hanno accertato l’esistenza di un sodalizio che aveva preparato tutto alla perfezione, assegnando ruoli e compiti precisi ai vari membri, con tanto di professionisti e figure varie incaricate del procacciamento e della conclusione degli affari. Solitamente, erano persone in difficoltà economiche, prive di protesti e di altre situazioni pregiudizievoli alle quali veniva promesso, in contropartita, il 10% della somma erogata in prestito.
Per fare ciò, gli organizzatori delle truffe avevano pensato bene di domiciliare presso i propri uffici le sedi delle imprese fasulle a nome delle quali veniva rilasciata la falsa documentazione e, per rendere più credibile l’esistenza dei rapporti con i fantomatici datori di lavoro, veniva simulato addirittura l’interessamento, con un trasferimento di chiamata, dell’ufficio deputato alla gestione del personale.
Nel corso degli accertamenti, la Finanza ha accertato quarantadue casi di raggiro, che hanno fruttato un totale di oltre un milione di euro.
Sulla base dei riscontri operativi, il Tribunale ha disposto l’arresto del capo della “banda” mentre 56 sono le persone denunciate in stato di libertà, a vario titolo, per “associazione a delinquere, truffa ai danni di società finanziarie e uso di atti falsi”.