Dopo 24 anni, giustizia per l’assassinio del Brigadiere Antonino Marino
Condannati mandante ed esecutore dell’omicidio del Comandante dei Carabinieri di Platì
Reggio Calabria, 17 giugno – Era il 9 settembre del 1990 ed il Brigadiere dei Carabinieri Antonino Marino, da poco nominato Comandante della stazione Carabinieri di Platì, unitamente alla moglie ed i figlioletto di due anni, stava seguendo una processione religiosa nel limitrofo comune di Bovalino.
Improvvisamente, un killer sparò numerosi colpi di pistola contro il giovane Comandante, uccidendolo, mentre una pallottola feriva lievemente anche il figlioletto.
Dopo 22 anni di indagini e con la collaborazione del pentito della ‘ndrangheta, Antonino Cuzzola della cosca Paviglianiti di San Lorenzo (Reggio Calabria), si risaliva a Giuseppe Barbaro, quale uno dei mandanti dell’omicidio del giovane Brigadiere Antonino Marino, ucciso per vendetta perchè ” troppo attivo nell’attività d’indagine nei confronti degli affiliati della cosca Barbaro-Papalia . In particolare, dopo la sua nomina a comandante, Marino aveva compiuto in un mese 27 controlli nei confronti di Giuseppe Barbaro”.
L’11 maggio 2012, però, la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria nel processo contro i presunti autori e i mandanti, tutti componenti della cosca della ‘ndrangheta di Platì, Barbaro-Papalia, li assolse.
Nel corso delle “recenti” indagini svolte sugli appalti in Lombardia, venne intercettato il pregiudicato Agostino Catanzariti, il quale, chiacchierando con i suoi sodali, aveva riferito una serie di circostanze sul delitto Marino.
Sulla base di tali nuovi elementi, la Corte di Cassazione dispose la riapertura del dibattimento assegnandolo ad altro collegio.
Ieri, la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, ha emesso la sentenza condannando a 30 anni di reclusione il boss Francesco Barbaro, di 58 anni, e Antonio Papalia, 75 anni, quali esecutore materiale e mandante dell’ omicidio del brigadiere dei carabinieri Antonino Marino.
Finalmente, dopo 24 anni, anche per questo vero Servitore dello Stato, si è fatta giustizia.