Dopo una furibonda lite distrugge l’auto della sua ex, poi aggredisce lei e la sorella. Cittadino kosovaro arrestato dai Carabinieri

Roma – Una romena di 23 anni, per sfuggire all’ira dell’ex fidanzato,   un cittadino di origini Kosovare di 34 anni, si era rifugiata dalla sorella a Tor Bella Monaca ma l’uomo le ha distrutto la macchina e pestato selvaggiamente le sorelle, azione interrotta dall’arrivo dei Carabinieri che lo hanno arrestato.

 

 

La ragazza, saputo che l’ex la cercava, era scappata dalla sorella in Largo Prinzivalli ma l’uomo era risuscito a scovarla e, vista la sua autovettura, urlando improperi ni suoi confronti, ha estratto un grosso coltello da cucina  ed ha forato le ruote del mezzo, allontanandosi.

Le giovani ritenevano superato il momento di paura quando, dopo qualche ora, il Kosovaro è tornato, stavolta armato di una spranga metallica, con la quale ha cominciato a colpire la macchina, danneggiandola. La vittima, impaurita, ha chiesto aiuto al “112”, poi , nella speranza di farlo tranquillizzare e desistere dalla demolizione dell’auto, insieme alla sorella, è scesa in strada. Per tutta risposta, l’energumeno si è scagliato con estrema violenza sulle donne, aggredendole con morsi, pugni e, successivamente, con una mazza da baseball che aveva nella sua auto. Neutralizzata la cognata, ormai distesa a terra dolorante, ha afferrato per il collo la sua ex per costringerla a salire a bordo della sua autovettura, ma proprio in quel frangente sono sopraggiunti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frascati, comandata dal Capitano Giuseppe Iacoviello, che sono riusciti a bloccare ed ammanettare il violento.

Mentre le sorelle, trasportate presso l’ospedale “San Sebastiano Martire” di Frascati, sono state giudicate affette da “contusioni multiple” una e “trauma cranico minore” l’altra, entrambe giudicate guaribili in 7 giorni, l’uomo è stato portato in carcere per rispondere dei reati di   “lesioni personali aggravate, danneggiamento aggravato e porto di oggetti atti ad offendere”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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