DOVEROSO RICORDO DI UN GRANDE ARTIFICIERE DI ROMA, SALVATORE SCROFANI

ONORE AD UN EROE DELLA PATRIA, IL MARESCIALLO ARTIGLIERE SALVATORE SCROFANI, EMBLEMA DI VIRTU’ CIVICHE IN DIFESA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LEGALITA’!

 
L’onorificenza più grande: l’incontro con Giovanni Paolo II

Chi, per età, ha nella mente le cronache degli “Anni di Piombo” nella Capitale, non potrà non ricordare il nome del Maresciallo Maggiore “Aiutante” d’Artiglieria Salvatore Scrofani, l’esperto capo team artificiere, sempre in prima linea a rischiare la vita per neutralizzare micidiali ordigni non esplosi, sia per fatti di delinquenza comune sia, soprattutto, di terrorismo, come anche per valutare tipologie e meccanismi al fine di fornire dati preziosi alle indagini quale insostituibile consulente di Carabinieri , Polizia e Magistrati.
Anni tremendi, in cui tra il 1968 e il 1974 furono compiuti 140 attentati, tra cui quello tristemente noto di Piazza Fontana, a Milano, del 12 dicembre ’69, che insieme alla strage di Bologna, del 2 agosto 1980, fu uno dei più sanguinosi. In particolare, la strage di Piazza Fontana, come noto, viene considerata come l’inizio della cosiddetta strategia della tensione.
Una seconda bomba, sempre a Milano, quel triste giorno, fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in Piazza della Scala, mentre altri ordigni esplosero anche a Roma, il primo alle 16,55, nel passaggio sotterraneo che collega l’entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via San Basilio, nei pressi della centralissima Piazza Barberini, ferendo tredici persone, mentre altri due, tra le 17:20 e le 17:30, davanti all’Altare della Patria e all’ingresso del Museo del Risorgimento, in Piazza Venezia, con il ferimento di quattro persone.
Sul posto, come sempre, ci fu l’intervento dell’esperto Maresciallo Scrofani e dei suoi uomini per l’importantissima attività di sopralluogo unitamente al Magistrato e alle Forze dell’ordine. Gli attentati con ordigni esplosivi erano frequentissimi in quell’epoca nefasta, tanto che l’opera di esperti e coraggiosi artificieri era una costante nella realtà dell’epoca.
In verità, il timore di gravissime imprevedibili conseguenze si accrebbe dopo la Strage di Peteano del 31 maggio 1972, in provincia di Gorizia, compiuto da neofascisti aderenti ad Ordine Nuovo, nella quale morirono, a seguito dell’esplosione di un’auto imbottita di tritolo, tre Carabinieri, mentre altri due rimasero feriti, compreso il bravo Tenente Tagliari, attirati con telefonata verso la trappola mortale. 
A Roma, nella notte del 16 aprile 1973, alcuni aderenti a Potere Operaio versarono benzina sotto la porta dell’ appartamento abitato dalla famiglia del Segretario della Sezione del Movimento Sociale Italiano, a Primavalle, Mario Mattei, che sviluppò un incendio che distrusse l’intero appartamento e due dei figli, Virgilio di 22 anni, e il fratellino Stefano, di appena 10, morirono carbonizzati, non riuscendo a gettarsi dalla finestra.  Anche lì, Scrofani fu presente.
Nel 1974, nel tragico panorama italiano, ci furono la Strage di Piazza della Loggia, a Brescia, che provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue e, a seguire, quella del treno “Italicus”, in cui morirono 12 persone e altre 48 rimasero ferite.
A Roma, gli attentati e le uccisioni da parte dei terroristi, come anche i gravi fatti di criminalità, furono numerosissimi, culminando con il sequestro dell’On. Moro il 16 marzo 1978, le uccisioni dei Magistrati Occorsio, Tartaglione, Palma e Minervini, e quelle di appartenenti alle Forze dell’Ordine: Galvaligi, Varisco, Evangelista, Granato, Romiti, Taverna, Arnesano e Straullu.
Ma chi era Salvatore Scrofani? Nato a Ragusa nel 1917, a 19 anni si arruolò nell’Esercito partecipando alla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1958 fu chiamato a dirigere il Nucleo Bonifica della Direzione di Artiglieria di Roma dove fu attivo sino al collocamento in quiescenza, nel 1979. Nel 1977 venne insignito, per le sue alte qualità militari e professionali, della Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito, la cui motivazione, a firma del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, è un inno perenne alla religione del dovere, al coraggio e all’altissimo senso civico del Decorato, mettendo in luce, in particolare, la circostanza di aver “”…..collaborato con le Forze dell’Ordine in operazioni antiterrorismo….disattivando ordigni ad alto potenziale la cui esplosione avrebbe certamente provocato gravi conseguenze…..””.
Scrofani è deceduto nel 1994, dedicando nobilmente sino all’ultimo tutte le sue energie, capacità ed esperienze, in favore della Croce Rossa Italiana, nella quale tuttora milita e opera il figlio Giuseppe, con lo stesso entusiasmo del Padre, quale Ufficiale Superiore del Corpo Militare. Il Comune di Ragusa, a ricordo del Maresciallo Scrofani, ha inteso intitolare una bella via di Marina di Ragusa all’illustre e benemerito Concittadino.
 Gen.D. (a) Raffaele Vacca
 
 
Per motivi professionali, anch’io ebbi l’onore di conoscere quell’Uomo con i baffoni, onnipresente nei momenti critici connessi alla Sua professione, a fianco delle Forze dell’Ordine – che a quei tempi non avevano specialisti artificieri - mai stanco ma sempre orgoglioso del Suo incarico!
                                                                                                           Salvatore Veltri
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