Era il 31 attobre 2013, quando Mirò, un bimbo di appena due anni, volava in Paradiso
Genova, 21 aprile – Svolta nelle indagini sulla morte di Mirò, un bimbo di due anni deceduto quasi sei mesi fa a Bargagli nell’entroterra della val di Bisagno.
Al momento del primo soccorso si pensò che il decesso fosse stato causato da una meningite fulminante, perchè, sulla base delle dichiarazioni rese dalla madre Barbara ai Carabinieri, il piccolino, che dormiva da due giorni, aveva avuto la febbre e aveva vomitato.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Genova Alberto Lari, però, coadiuvato dai Carabinieri del nucleo investigativo, decide di indagare ulteriormente ed ordina al medico legale Alessandro Bonsignore di eseguire l’autopsia sul corpicino del bimbo.
I primi risultati dell’esame necroscopico evidenziarono una malformazione cardiaca ma solo l’esito dei test tossicologici eseguiti sul sangue hanno tolto ogni dubbio: presenza di quantità incongrue di un farmaco, probabilmente metadone. Il bambino è, pertanto, morto per overdose.
Una fonte confidenziale riferisce: «Sia la madre del neonato, sia l’attuale compagno sono tossicodipendenti seguiti dall’asl e sotto terapia». Da accertare, quindi, se il metadone, o un farmaco simile, a loro uso, sia stato somministrato al piccino per farlo smettere di “fare i capricci” o sia stato accidentalmente ingerito da un flacone lasciato incustodito.
Intanto, madre e compagno sono stati iscritti nel registro degli indagati mentre il figlio minore della coppia è stato affidato ad una struttura protetta.