Da quell’evento, l’imprenditore aveva ricevuto numerose telefonate anonime, dal tono chiaramente minatorio, finchè, dopo una ventina di giorni, presso la sede della sua attività commerciale che gestisce con il fratello a Zagarolo, aveva ricevuto una busta con all’interno tre cartucce ed una lettera anonima con la quale venivano rinnovate le minacce di morte con l’intimazione di consegnare la somma di danaro. L’imprenditore si rivolgeva ai Carabinieri della Compagnia di Palestrina, comandata dal Capitano Antonio Oliviero. Gli investigatori svolgevano accurate e meticolose indagini, setacciando e monitorando gli episodi avvenuti e le persone con le quali l’imprenditore aveva contatti in considerazione della cifra e dei particolari citati dagli estorsori, che lentamente miravano a farlo capitolare e cedere alle loro pretese. Con l’analisi dei fatti ed il riscontro di pedinamenti e ricostruzione di legami intercorsi tra vittima ed alcuni indiziati, i militari dell’Arma riuscivano a raccogliere sempre più elementi che davano corpo all’ipotesi investigativa, concentrandosi su due personaggi calabresi che nella vicenda avevano ruoli diversi, uno come esecutore materiale degli atti intimidatori e violenti e l’altro quale mandante della tentata estorsione arrivando persino a proporsi, alla vittima, quale mediatore con i ricattatori. Raccolti gli elementi di indagine e trovati obiettivi riscontri di prova a carico di S.G. di 61 anni e D.C. 35enne, entrambi originari della Locride e già noti alle forze dell’ordine, da tempo trasferitisi rispettivamente a San Cesareo e a Roma, i Carabinieri informavano la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli che avanzava al GIP la richiesta di idonee misure cautelari in carcere per “tentata estorsione”. I riscontri a carico dei due venivano condivisi dal GIP, che emetteva il provvedimento richiesto al quale si dava esecuzione nella mattinata odierna. Nel corso delle attività i Carabinieri procedevano a perquisizioni locali delegate a Poli, San Cesareo e Roma al termine delle quali sequestravano tre fucili, di cui uno con matricola abrasa, oltre un centinaio di cartucce di vario calibro, il tutto detenuto illegalmente, denunciando altre due persone che nel corso delle indagini avevano avuto stretti contatti con i principali indagati. Inoltre presso l’abitazione di S.G. a San Cesareo i militari sequestravano anche 3,5 kg circa di marijuana , sei piante di cannabis indica alte circa 2 metri ed un bilancino di precisione. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati al carcere Rebibbia di Roma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.