Due suoi connazionali, di 16 e 17 anni, da un’organizzazione, erano stati fatti emigrare clandestinamente in Italia. Sbarcati a Catania, erano poi stati trasferiti a Roma e sequestrati da due compatrioti e trattenuti all’interno di un appartamento sconosciuto. Ai parenti, in Egitto, per la loro liberazione, era stato richiesto il riscatto di 5mila euro per ognuno. Non appena i parenti avessero racimolato la somma, avrebbero dovuto effettuare un bonifico internazionale le cui coordinate bancarie sarebbero state comunicate con un SMS. L’Arma di Milano trasmetteva prontamente la notizia ai Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina comandata dal Maggiore Domenico Albanese. Le immediate approfondite investigazioni svolte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia consentivano di individuare, quale presunto punto di prigionia dei due giovani, i quartieri Tuscolano-Quadraro. Gli uomini del Nucleo Operativo, congiuntamente ai colleghi della Stazione di Roma-Quadraro, comandata dal Luogotenente Dino Formato, hanno dapprima studiato i luoghi dei popolosi quartieri ove i due giovani potevano essere tenuti trattenuti. Selezionati gli immobili, hanno interamente setacciato, strada per strada, le numerose palazzine sospette. Giunti in via dei Sulpici,al Quadraro, in uno di palazzi, i Carabinieri sono riusciti a trovare un appartamento, chiuso. Fattolo aprire, in una stanza interna, chiusa a chiave, i militari dell’Arma hanno trovato i due giovani sequestrati che sono stati liberati e portati al sicuro in Caserma e successivamente affidati ad un centro di prima accoglienza. Nel corso della perquisizione domiciliare, venivano rinvenuti numerosi titoli di viaggio, biglietti ferroviari della tratta Messina – Catania, passaporti, permessi di soggiorno e diversi cellulari che sono stati sequestrati. Con fatica, gli investigatori sono riusciti ad identificare il capo dell’organizzazione, il 34enne, H.A. egiziano ma residente a Roma da diversi anni, nonché e il 24enne, S.F. anche lui egiziano e in Italia da poco tempo. La scoperta del covo, però, non era passata inosservata per cui i due malviventi, si erano eclissati. La tenacia degli uomini del Maggiore Albanese però, dopo tre giorni di ininterrotte indagini e ricerche, è stata finalmente premiata. Seppure in luoghi e circostanze diverse, i due sequestratori sono stati rintracciati ed arrestati con l’accusa di “concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” ed associati nella Casa Circondariale di Roma-Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Ora le indagini dei Carabinieri sono indirizzate ad identificare altri correi ed eventuali altri reati in danno dei titolari dei documenti rinvenuti nonchè ricostruire il percorso dei due minori prima di giungere nella Capitale ed essere sequestrati.