Roma, 4 settembre – Ieri sera l’annuncio del ministro dell’Interno, Angelino Alfano “Nel tardo pomeriggio sono stati espulsi, in esecuzione di un mio decreto, due imam, con destinazione Tunisi e Casablanca. Si tratta di un tunisino di 39 anni e un marocchino di 42, entrambi residenti a Novara”.
Alfano ha poi spiegato che “il marocchino, residente a Novara, dal 2014 aveva iniziato a celebrare riti religiosi veicolando contenuti marcatamente salafiti, di assoluta chiusura nei confronti della cultura occidentalee anche nel proprio ambito familiare aveva mantenuto gli stessi atteggiamenti oscurantisti, obbligando la moglie a indossare il niqab e vietandole di frequentare la sorella, colpevole di essersi ‘occidentalizzata’” aggiungendo poi che “In questo suo percorso, ha avuto pure un ruolo attivo nel processo di radicalizzazione di un giovane marocchino che si trovava in una struttura di accoglienza di Novara”.
Riferendosi poi all’altro, tunisino ed anche lui residente a Novara, ha detto che “nel settembre del 2015 era arbitrariamente succeduto nel ruolo di imam e, in questa veste, predicava sermoni fortemente estremi e anti-occidentali, impegnandosi anche in attività di proselitismo religioso in chiave ultraradicale”.
Il Ministro ha poi fornito alcuni numeri: sono 113 le espulsioni eseguite dall’inizio del 2015, 47 nell’anno in corso. Di questi, 11 sono gli imam rimpatriati dal gennaio 2015, con l’aggiunta di un dodicesimo, cittadino albanese, espulso il 9 agosto scorso dopo essere assurto ai vertici del centro di cultura islamica di Ferrara. Sono 30 gli imam espulsi dal 2002.
Concludendo poi “Continuiamo a lavorare in questo solco, allontanando chi può rappresentare un pericolo per la sicurezza del nostro Paese, nella consapevolezza che tutto questo serve ad abbassare il più possibile il livello di rischio, che però non potrà mai essere pari allo zero”.
Il questore di Novara, Gaetano Todaro, ieri sera all’Ansa ha dichiarato che gli imam espulsi “volevano una comunità radicale” ed il loro comportamento era seguito dalla Questura da alcuni mesi. “Avevano un comportamento che non poteva non destare la nostra preoccupazione, tendevano a fare proseliti troppo zelanti mirati a costruire intorno a loro una comunità radicale”. I due imam autoproclamatisi tali, secondo quanto spiegato dal questore, non agivano nei luoghi di culto ufficiali, ovvero in moschea, ma in sedi private. Proprio questo aspetto aveva cominciato a destare l’attenzione degli inquirenti.
I due imam risiedevano da tempo a Novara, avevano regolare permesso di soggiorno. Entrambi hanno famiglia a Novara. “Appena abbiamo realizzato che il comportamento di queste due persone poteva anche portare a situazioni complesse – ha spiegato il questore – abbiamo chiesto al ministro Alfano di emettere per loro decreto di espulsione, come poi è avvenuto”. Le indagini che hanno portato alla richiesta di emissione del provvedimento sono ancora in corso.
Nel prendere atto del gravoso costante impegno delle Forze dell’Ordine, rimane però l’amarezza del dover riflettere che i lunghi tempi che devono intercorrere fra le indagini e lungaggini giudiziarie-amministrative-burocratiche prima dell’espulsione, consentono a questi soggetti di aver arato e seminato e sappiamo che quando il contadino sparge il seme, il vento ne estende la gittata consentendogli di germogliare e crescere anche lontano dal luogo della semina, vanificando così l’opera della Polizia Giudiziaria e di Sicurezza…