Cosenza, 8 novembre 2016 – Sono oltre 300 gli uomini della Polizia Stradale e della Guardia di Finanza di Cosenza che, con l’articolata operazione anticrimine denominata “Factotum” sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cosenza, dall’alba di stamane hanno eseguito 39 misure cautelari personali e oltre 70 perquisizioni, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di riciclaggio, ricettazione, furto aggravato, incendio, truffa, falso, usura, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e commercio di armi. Gli arresti sono stati operati nella Regione Calabria e in gran parte del territorio nazionale.
Ad avviare le indagini, una segnalazione del Ministero dell’Interno, Servizio Polizia Stradale relativa ad un traffico internazionale di veicoli di provenienza illecita che ha fatto emergere il coinvolgimento di vari personaggi operanti sul territorio italiano i quali, grazie a consolidati legami con esponenti criminali dei Paesi dell’Est Europeo (in particolare la Romania), dopo essersi appropriati di autovetture di grossa cilindrata noleggiate presso diverse società di leasing, utilizzando falsa documentazione di circolazione e di proprietà le “ripulivano” reimmatricolandole all’estero dove venivano poi commercializzate. L’accertamento dell’attività illecita in questione è stato possibile anche grazie alla fattiva collaborazione fornita dall’autorità giudiziaria e dalla polizia rumena in sede di rogatoria internazionale ed, in particolare, attraverso approfondimenti investigativi svolti sul territorio straniero dai magistrati e dalla polizia giudiziaria italiani.
L’attività investigativa ha fatto emergere altresì una vera e propria “rete di spaccio di stupefacenti”, di diversa tipologia (cocaina, hashish e marijuana), realizzata da una moltitudine di soggetti i quali, con frequenza quasi giornaliera, rifornivano un numero impressionante di consumatori prevalentemente giovani e adolescenti, con un giro di affari di circa un milione di euro. Inoltre gli indagati specializzati nel traffico di droga talvolta facevano sfoggio delle proprie potenzialità offensive utilizzando armi di fuoco abusivamente detenute.
Le investigazioni permettevano di far emergere anche una serie di condotte usurarie poste in essere ai danni di 11 soggetti, ai quali venivano praticati interessi annuali oscillanti tra il 120% ed il 300% richiedendo in garanzia il rilascio di titoli di credito. Le vittime, piccoli imprenditori e persone fisiche, versavano in condizioni di grave difficoltà economica e, laddove non riuscivano a far fronte al pagamento del capitale o degli interessi, subivano atti di intimidazioni da parte degli indagati.
Nel corso delle indagini sono stati accertati anche numerosi episodi di truffe in danno delle compagnie assicurative. Attraverso la simulazione di incidenti stradali, infortuni e furti gli indagati ottenevano cospicui indennizzi assicurativi.
In particolare, in un’occasione alcune indagati con l’ausilio di un consulente tecnico si sono resi responsabili dell’incendio di un locale commerciale sito in uno stabile abitato da diverse famiglie al solo scopo di incassare il premio assicurativo ammontante ad oltre 100.000,00 euro, con pericolo per la pubblica incolumità.
Alcuni indagati, infine, si rendevano protagonisti di numerosi furti presso esercizi commerciali, commessi con frequenza giornaliera ed in alcune occasioni avvalendosi anche della collaborazione di minori.