Festeggia la maggiore età in discoteca. Finisce violentata da un egiziano
L’autore era un pluripregiudicato con obbligo di firma
Roma, 13 novembre – Per festeggiare il suo 18esimo compleanno, una giovane aveva deciso di andare in discoteca con le amiche che però, alla fine, avevano disdetto la loro presenza per cui lei aveva deciso di andarci ugualmente da sola.
Li aveva conosciuto un giovane egiziano, con il quale era nata una simpatica con lo scambio di qualche bacio.
Alle prime ore della mattina, il giovane la invitava a seguirlo presso la sua abitazione, invito che la ragazza accettava, anche per poter smaltire l’effetto degli alcolici assunti in discoteca.
Ai due, si era unito un amico del ragazzo, anch’egli egiziano, che si fermava anche lui nell’appartamento, in zona Cornelia.
Nell’abitazione, la giovane si appartava con il padrone di casa che però, ad un certo punto, si addormentava. Il connazionale allora si avvicinava alla ragazza e, senza alcun preambolo, minacciando di picchiarla, le intimava di fare sesso con lui.
Per timore, la giovane, era costretta ad accettare il rapporto sessuale.
Il mattino, uscita dall’appartamento, si recava presso un consultorio familiare, dove raccontava la sua disavventura, ricevendo le prime cure mentre contemporaneamente veniva informata la sala operativa della Questura che inviava immediatamente sul posto, gli agenti del Commissariato S. Giovanni, diretto dal dott. Giancarlo Sant’Elia.
Scattavano le indagini per identificare il violentatore ma la giovane non era in grado di indicare l’ubicazione dell’appartamento ed il ragazzo conosciuto in discoteca, non le rispondeva al telefono.
Dopo varie insistenze, alcuni giorni dopo, questi rispondeva e la ragazza, su suggerimento degli investigatori, gli fissava un appuntamento, per la stessa mattinata, alla fermata della metro Cornelia, appuntamento al quale il giovane si presentava.
Intervenivano i poliziotti che, con lui, si recavano nell’abitazione trovavano l’autore della violenza sessuale, che veniva identificato per T.A.R.E.M.T., 23enne con vari precedenti di Polizia.
I due venivano accompagnati in Commissariato dove il giovane confermava, sostanzialmente, le dichiarazioni della ragazza, venendo rilasciati ambedue.
L’Autorità Giudiziaria, informata, sulla base delle risultanze investigative, emetteva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di T.A.R.E.M.T..
Per eseguire il provvedimento, agli agenti è bastato appostarsi nei pressi della Stazione dei Carabinieri dove il pregiudicato aveva l’obbligo della firma per altre pendenze penali.
Dopo le formalità di rito, T.A.R.E.M.T. è stato associato in carcere a disposizione della Magistratura.
Certamente viene da domandarsi: la ragazza avrebbe subito la violenza sessuale con tutti i traumi psichici che ne conseguono, se T.A.R.E.M.T., autore di altri reati fosse stato ristretto in carcere? Altrimenti, avendo accertata la sua nazionalità, perchè non era stato espulso come indesiderato? Di chi è la vera responsabilità dell’accaduto e perchè nessuno ne risponde? Chi risarcirà la diciottenne?
Domande sempre senza risposta…