Firenze. Brillante operazione di Polizia e Carabinieri. Finito l’incubo del maniaco delle violenze sessuali
L’assassino avrebbe già confessato. Raccolti elementi inconfutabili a suo carico
Firenze, 9 maggio – Dopo 5 giorni di indagini serrate, gli uomini della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Firenze, coordinati dal pm Paolo Canessa, titolare delle indagini, hanno messo fine all’incubo del maniaco sessuale di prostitute, la cui violenza aveva portato alla morte, crocifissa, di Andrea Cristina Zamfir. (Firenze – Procedono a passo spedito le indagini sulla prostituta uccisa e crocefissa)
Esaminando i filmati delle telecamere di sicurezza disseminate lungo la strada della sera-notte tra il 4 ed il 5 maggio, i poliziotti sono risaliti ad un Fiat Doblò colore grigio, risultato intestato a Viti Riccardo.Dalle immagini si vede quando, al parco delle Cascine, la vittima sale sul furgone giungendo a Ugnano, perdendosi poi nella strada di campagna chiusa dalla sbarra alla quale la donna è stata legata crocifissa e dove poi è stata trovata morta.
Stamane, gli investigatori si sono presentati in via Locchi, all’abitazione del 55enne idraulico Riccardo Viti dove vive con gli anziani genitori e la sua compagna, per eseguire una perquisizione domiciliare. L’appartamento è situato proprio nell’immediata periferia nord di Firenze ed è vicino all’ospedale di Careggi, dove lavora la stessa compagna del Viti.
Nel corso dell’atto di polizia giudiziaria, gli operanti hanno rinvenuto dello scotch di colore bianco con la scritta – in verde – dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi, dello stesso tipo di quello usato dal maniaco per legare le sue vittime, nonchè il giubbotto che indossava quando ha caricato la donna sul suo Doblò, che sono stati sequestrati.
Mentre veniva portato via, l’anziana madre di Riccardo, gli urlava “Ma che sei te il mostro di Ugnano?”. “Sì, sì, l’ho fatto io, non pensavo che morisse, ho fatto una cazzata… Sono finito. Ormai non mi salva nessuno”, avrebbe risposto Viti, facendo così delle parziali ammissioni di responsabilità.
È in corso l’interrogatorio in questura da parte del Pm Canessa. Gli investigatori stanno vagliando altri 6 casi simili di violenza sessuale maniacale, con le vittime tutte legate con nastro adesivo simile a quello usato per legare Andrea Cristina Zamfir e denunciati a partire dal 2006, anno in cui venne compiuta la prima violenza sessuale nella zona del cimitero di Ugnano. Andrea Cristina Zamfir è l’unica deceduta per le lesioni interne riportate.
Ora, si attende il riscontro dei Dna estrapolati dai Carabinieri del Racis.