Roma, 09 gennaio – Lo stato di emergenza della discarica di Malagrotta, ha indotto i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma a svolgere approfonditi accertamenti.
Dalle indagini degli uomini del Colonnello Sergio De Caprio, anche noto come “Ultimo” (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, emergeva che con i vari cassonetti collocati nelle strade della Capitale adibiti alla raccolta differenziata, i proprietari dell’impianto di differenziazione incassavano diversi milioni di euro per il loro smaltimento mentre invece tutto il materiale raccolto, senza essere mai trattato, finiva nella discarica di Malagrotta. Tale “sistema”, permetteva di dichiarare Malagrotta in costante emergenza proprio perchè, nel conteggio delle cubature di spazzatura, finivano materiale non definibile rifiuto tout court come il Cdr (combustibile da rifiuti) e ciò che poteva essere riciclato. Pertanto l’emergenza fittizia di Malagrotta, produceva un nuovo business al gruppo visto che le amministrazioni erano costrette a trovare nuovi siti.
La completezza investigativa degli uomini dell’Arma sulla gestione dei rifiuti del Lazio, ha consentito al pm Alberto Galanti di avanzare la richiesta di custodia cautelare per sette persone, che è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari Massimo Battistini, con un’ordinanza di circa 400 pagine, contestando l’imputazione di “associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti” nonchè, a seconda delle posizioni, anche di “violazione di norme contro la pubblica amministrazione e di truffa in pubbliche forniture”.
Gli arrestati sono l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta Manlio Cerroni, Luca Fegatelli fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, Raniero De Filippis già dirigente della Regione Lazio e Pino Sicignano che è il direttore della discarica di Albano Laziale. A tutti gli arrestati sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Contestualmente all’arresto delle sette persone coinvolte nell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, il Gip Battistini ha incaricato gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma di procedere al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di 18 milioni di euro.