Roma, 16 ottobre – Pomeriggio movimentato ieri a Gesualdo, un comune della provincia di Avellino. Verso le 14, il medico di turno di guardia di Gesualdo, informava i Carabinieri che il suo collega era andato a effettuare una visita domiciliare ma il “paziente” lo aveva sequestrato in casa. L’allarme gli era giunto tramite un sms.
Immediatamente venivano allertate la Compagnia di Mirabella Eclano, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile e della locale Stazione che si concentravano nei pressi dell’abitazione, cinturando la zona.
I Carabinieri tentavano un primo contatto con l’uomo, un 50enne del posto noto ai militari dell’Arma locale il quale, confermando il sequestro del medico, dapprima si dichiarava disponibile a liberarlo senza alcuna azione di forza poi, improvvisamente, decideva diversamente, chiudendo e barricandosi in casa.
I Carabinieri continuavano la trattativa apprendendo che il medico non aveva subito violenze. Dopo circa 20 minuti, quando il sequestratore si era reso conto che ormai era prossima un’azione di forza, apriva la porta facendo uscire il medico.
Il 50enne veniva immediatamente bloccato ed immobilizzato. La conseguente perquisizione domiciliare, portava al rinvenimento sul balcone della camera da letto, di tre piante di marijuana di circa 50 cm. di altezza nonché 10 grammi della stessa sostanza essiccata, stupefacente che veniva sequestrato.
In Caserma, si accertava che non appena il medico era entrato nell’abitazione, era stato rinchiuso nella cucina dall’uomo che gli aveva manifestato apertamente l’intenzione di sequestrarlo per “attirare l’attenzione dei mass-media”, pur senza spiegare la motivazione. Il medico, impaurito, approfittando di un momento di disattenzione del suo sequestratore, era riuscito a mandare un messaggio di aiuto alla collega che informava prontamente i Carabinieri venendo così, infine, liberato senza uso della forza.
Il 50enne veniva così arrestato per rispondere dei reati di “sequestro di persona aggravato e coltivazione di sostanze stupefacenti” e, come disposto dalla Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo, riaccompagnato a casa in regime di “arresti domiciliari”.
Libero di riprovarci, magari con altre conseguenze o conclusioni?