Roma, 12 aprile 2025.
E’ incredibile come la vita, a volte, riesca a stupirti con “effetti speciali”, che qualcuno attribuisce al destino già segnato.
Molti non credono ad un destino già confezionato, convinti che da parte di ognuno di noi si debba far qualcosa per andargli incontro.
Stupore e curiosità comunque per come avvengano certi accadimenti, come chi nasce e muore nello stesso giorno, l’attore Gigi Proietti, o con appena un giorno di differenza, il campione dei pesi massimi di boxe Rocky Marciano nato il primo settembre e deceduto il trentuno agosto di 46 anni dopo.
Singolare la scomparsa di Graziano “Grazzianeddu” Mesina, sardo, uno dei più grandi banditi del dopoguerra, deceduto oggi all’età di 83 anni presso il reparto detenuti dell’ospedale San Paolo di Milano.
Perché singolare perché oggi ricorrono 55 anni dal trionfo del Cagliari, vincitore di uno storico scudetto il 12 aprile 1970, trascinato da “Rombo di Tuono”, al secolo Gigi Riva.
Mesina era un pluriricercato per svariati crimini commessi, già protagonista di numerose evasioni, e nel periodo di latitanza non mancava di presenziare alle partite del Cagliari nel vecchio stadio dell’Amsicora.
Mesina era presente allo stadio per vivere l’emozione di una storica vittoria, opportunamente camuffato, e sostenere le imprese del suo idolo Riva.
La leggenda narra anche di una sorta d’intesa tra i due, nel momento dell’ingresso delle squadre in campo, quando “Rombo di Tuono” guardava dietro le panchine magari per carpire un cenno d’intesa.
Anche di presunte complicità da parte delle forze dell’ordine si è parlato in tutti questi anni, proprio per consentire a “Grazzianeddu” di godere di domeniche felici nella cavalcata del tricolore sardo.
Mesina, come tutti i sardi, viveva una venerazione nei confronti di Riva simbolo di un riscatto sociale di un popolo, di una terra, all’epoca considerati meno di niente.
Ricordo come in quei tempi si usasse dire: <stai attento che ti sbatto in Sardegna>, che valeva per eventuali mancanze nei posti di lavoro o nell’espletamento del servizio militare.
Riva ed il suo Cagliari portarono a completamento un percorso, uno sdoganamento, avviato qualche anno prima da Karim Aga Khan inventore del turismo di lusso in Costa Smeralda.
Tornando a Mesina si è poi saputo che era in contatto con Riva attraverso varie corrispondenze che il Campione opportunamente bruciò per evitare problemi.
Tuttavia i due s’incontrarono una ventina d’anni fa in occasione di una cerimonia relativa al ritiro della maglia numero 11 di Riva.
Graziano Mesina era arrivato al capolinea, divorato da un tumore, incapace ormai sia di parlare che di camminare, ed ha resistito proprio per arrivare alla fatidica data odierna, 55 anni dopo lo scudetto del Cagliari di “Giggirriva”.
Perché al destino bisogna anche andargli incontro…
FOTO: Riva e Mesina al Sant’Elia Gazzetta dello Sport.