Grazie all’azione fraudolenta di alcune persone impegnate nella trattativa, che avrebbero pensato bene di “fare man bassa” di qualcosa di più della metà del riscatto, 11 mln di euro, la presunta verità è stata confermata. Ovviamente, c’è da rilevare che “tutto il mondo è paese” e che, specialmente di fronte ad una montagna di denaro come quella del riscatto, se ne sono “andate a farsi benedire” tutte le ragioni della causa per la quale le fazioni si combattevano.
…bene; le persone intelligenti, alla befana e a babbo Natale non ci hanno mai creduto anche quando la loro esistenza è stata confermata da Gentiloni e alcune fonti giudiziarie di Aleppo confermano quello che Gentiloni si ostina a smentire.
Con una guerra da finanziare in atto, come potevano essere liberate queste due benefattrici svaporate, senza alcun pagamento di riscatto?… perché erano state rapite, per hobby?…e, magari, Gentiloni avrebbe preteso anche di farci credere che le due benefattrici sarebbero state liberate anche con qualche contributo economico delle fazioni in lotta, per la nostra economia in difficoltà, se non disastrata.
Si possono dare due ragioni a questa situazione; la più importante, ed emersa a “Porta a Porta”, tra ambiguità e sottintese ammissioni di Vespa, “le avreste lasciate uccidere pur di non cedere al ricatto?”, e le diplomatiche e sempre ambigue asserzioni-negazioni di Ettore Rosato, presidente dei deputati PD. Il problema non è questo perché, in situazioni di limite, la vita umana deve essere tutelata assolutamente, e su questo non ci piove, ma è quello di non fare arrivare le situazioni a “situazioni di limite” perché, poi, a pagarne le conseguenze, èil contribuente italiano che non ha alcuna responsabilità delle loro stravaganze, è quello di imporre il controllo delle persone incoscienti che voglio recarsi nei territori ad alto rischio per una non bene definita ragione umanitaria, invece che dello scontrino fiscale di 3 euro fuori del salumeria.
Ora, a questa due svaporate, il recarsi in un territorio ad alto rischio, non si sa bene a fare che cosa, non tutelate da convenzioni internazioni come la Croce Rossa, con tanto di vessillo per essere riconosciti, non gliel’aveva ordinato il medico e, cosa ancor più discutibile, che ci risulti, al loro ritorno, non sono state fatte oggetto di indagini e azioni disciplinari, ma accolte con tutti gli onori e i compiacimenti dei familiari e delle autorità. Certo, immaginiamo le pressioni, non in una diplomazia ortodossa, che i familiari avranno rivolto agli organi di governo “perché intervenissero” altrimenti avrebbero fatto “scoppiare le bombe”, ma tutte queste “belle cose”, anche se non dichiarate ufficialmente, non è detto che non siano accadute anche se siamo in un paese che, in fatto di “insabbiamenti”, è peggio del Sahara, e nel quale tutto finisce in “…tanto…poi…chi s’è visto, s’è visto!?…”