Gli agenti del Compartimento della Polizia Ferroviaria, accertavano che l’organizzatore dell’evento era in possesso di regolare autorizzazione rilasciata dal Comune di Roma. Il tutto, era stato rilasciato senza che l’ente ferroviario avesse stipulato alcun contratto e quindi irregolarmente! Addirittura, per consentire la sicurezza dei trasporti, negli eventi organizzati ed effettuati nelle giornate del 5 e 27 luglio, Rete Ferroviaria Italiana, per scongiurare pericoli alla circolazione ed agli utenti, aveva dovuto impartire particolari prescrizioni ai treni in transito, riducendo la velocità massima a 30 km orari nonché sopprimere le fermate alla stazione di Roma Aurelia, con ennesimo danno ai comuni, silenziosi, tranquilli cittadini della Repubblica. Nell’evento del 27, poi, proprio per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria e degli utenti, le misure sono state ancora più pesanti per il regolare svolgimento del traffico ferroviario in quanto, per l’istallazione di luci e suoni in ambito ferroviario potenzialmente in grado di interferire sul regolare andamento dei convogli, i convogli avevano dovuto essere dirottati su altre linee! Solo dopo il decisivo intervento della Polizia Ferroviaria e le querele presentate da Rete Ferroviaria Italiana, i competenti Uffici comunali nel pomeriggio di ieri sono stati costretti a revocare la precedente autorizzazione! Il dr. Albamonte – titolare dell’attività di indagine – nella mattinata odierna emetteva decreto di sequestro preventivo dell’area, prontamente eseguito dagli Agenti di Polizia che hanno denunciato, in stato di libertà, il titolare dell’autorizzazione C.P., di 44 anni, per i reati di “occupazione abusiva dell’area, interruzione di pubblico servizio, attentato alla sicurezza dei trasporti e violazione delle prescrizioni”. Ma la domanda che ci si pone è un’altra: come avevano fatto i tecnici del Comune a rilasciare una simile autorizzazione? Avevano informato il Sindaco Ignazio Marino della pericolosità di tale concessione? I danni a Rete Ferroviaria Italiana, chi li pagherà, chi ha superficialmente concesso l’autorizzazione (autorizzata da chi, come e perchè?) o saranno pagate con i contributi dei cittadini romani?