Lampedusa, 18 maggio – Nella tarda serata di ieri, alcuni tunisini che si erano rifiutati di sottoporsi alle procedure di identificazione e di cui si parlava di un loro possibile rimpatrio coatto in aereo, hanno appiccato il fuoco ad un padiglione del Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa. Il padiglione, è questo il terzo incendio che subisce da parte dei clandestini (2009 e 2011), sarebbe stato gravemente danneggiato.
Quattro i tunisini che sarebbero stati fermati.
All’interno del Centro di accoglienza, che funge anche da Hot spot, nelle ultime settimane si erano registrate forti tensioni legate al rifiuto da parte di un gruppo di profughi di sottoporsi alle procedure di identificazione e al rilascio delle impronte digitali.
Ora la domanda, senza le solite ipocrisie, nasce spontanea: chi paga le spese per ricostruire? Perchè i clandestini che andiamo a prenderci per mare, (peccato non essere così solerti quando sequestrano o sparano ai nostri pescherecci!) non vengono fotosegnalati sulle navi che prestano accoglienza? Chi si rifiuta, rifornito di acqua e viveri, risale sul barcone e va ad attraccare in altro Paese. E al diavolo il falso buonismo di una nazione di pecoroni che sta perdendo, giorno per giorno, la sua identità e dignità!