Ma S.A. covava dentro la vendetta per cui, prelevato un fucile da caccia a canne mozze nascosto in un anfratto e, caricata l’arma con cartucce a pallini da caccia, conoscendo dove abitava l’uomo, si recava a casa sua. Chiamatolo a gran voce, intraprendeva con lui un’accesa discussione. Al fine di placare gli animi, interveniva un cittadino albanese di 34 anni, collaboratore domestico presso una famiglia di pensionati, residenti in un’abitazione limitrofa. S.A., innervosito, prelevava dal bauletto dello scooter il fucile e, senza alcuna esitazione, esplodeva un colpo contro l’albanese che, alla vista dell’arma, tentava di fuggire ma veniva attinto alla schiena da una decina di pallini mentre gli altri colpivano il cancello dell’abitazione. Subito dopo, il malvivente si dava alla fuga nelle campagne braccianesi mentre il cittadino albanese veniva trasportato immediatamente trasportato in ospedale dove le ferite, fortunatamente, risultavano solo superficiali e giudicate guaribili in 15 giorni. L’immediata battuta condotta per tutta la notte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bracciano e della locale Stazione, si concludeva alle prime luci dell’alba, in mezzo alla campagna, con la cattura di S.A. ed il sequestro, celato nella sterpaglia, del fucile a canne mozze. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria in ordine al reato di “tentato omicidio”, S.A. veniva successivamente associato al carcere di Civitavecchia (RM).