Non si fermano all’alt. Per un colpo accidentale, muore il 17enne conducente dello scooter, su cui viaggiavano anche due pregiudicati
Rivolta nel quartiere. Danneggiate otto auto delle Forze dell’Ordine
Napoli, 5 settembre – Alle 2,45, nel quartiere Traiano di Napoli, uno scooter con tre giovani a bordo, senza casco, non si ferma all’alt della pattuglia dei Carabinieri. Alla guida, il diciassettenne incensurato D.B. Passeggeri, Arturo Equabile, 23enne pregiudicato e latitante dal mese di febbraio per evasione e Salvatore Triunfo, 18 anni, anch’egli con precedenti penali.
Secondo la ricostruzione fornita dall’Arma, nasce un inseguimento finchè, in via Cinthia, ad un rallentamento del motociclo, l’autoradio l’urta ed i tre cadono. Equabile si dava alla fuga a piedi, vanamente inseguito da un Carabiniere mentre l’altro militare procedeva a bloccare e a mettere in sicurezza gli altri due fermati. A quel punto, accidentalmente è esploso un colpo con la pistola d’ordinanza che ha colpito D.B.. Il giovane è stato prontamente soccorso e portato all’ospedale San Paolo, dove è deceduto.
L’autorità giudiziaria, subito intervenuta sul posto, ha sentito alcune persone per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti ed il 22enne Carabiniere che ha sparato, è stato immediatamente indagato per “omicidio colposo” ed interrogato dal pm Manuela Persico, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso.
Come si è sparsa la voce dell’accaduto, nel quartiere c’è stata una rivolta che ha visto danneggiate 6 autoradio della Polizia e due dei Carabinieri.
Secondo i famigliari, il Davide non si è fermato all’alt dei militari “perché guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino”, racconta il fratello di D., Tommaso. “La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a D.. Forse si è spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato davanti alle forze dell’ordine”.
La madre ha ricordato che “D. ieri sera è venuto da me, aveva freddo e mi ha chiesto un cappellino e mi ha detto: “”Mamma, faccio l’ultimo giro col motorino e torno a casa””. Poi, mi sono venuti a chiamare, volevano i documenti. Sono scesa in strada e ho visto D. a terra. Ho cercato di muoverlo, l’ho preso per il braccio, ma non si muoveva più. Era già morto” aggiungendo “Ora, se ha il coraggio, quel carabiniere deve uccidere anche me, perché mi ha ucciso mio figlio”.
Sul posto, a circa venti metri dal luogo dell’incidente, è stata anche ritrovata una pistola scenica che non si sa se abbia relazione o meno con quanto accaduto.
Spetta ora alla Magistratura stabilire la verità su una vicenda che se ha visto la giovane vita di D.B. stroncata, di riflesso ne ha distrutta un’altra, quella dell’anchegli giovane carabiniere che involontariamente ha ucciso un ragazzo il quale alle 2,45, anche se non si è fermato all’alt dei Carabinieri, faceva tranquillamente un giro alla guida di uno scooter con due suoi amici a bordo.