Bergamo 27 aprile – (ansa) Massimo Bossetti sarà processato il 3 luglio davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bergamo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. L’ha deciso il gup di Bergamo Ciro Iacomino.
La difesa di Bossetti è “amareggiata” ancor più che per il rinvio a giudizio del muratore, “che poteva costituire un epilogo di questa vicenda”, per il fatto che il gup non ha disposto accertamenti “essenziali” come la ripetizione dell’esame del Dna riscontrato sul corpo, e anche di un’altra biologica sempre riscontrata sul corpo di Yara. Lo ha spiegato uno dei legali di Bossetti, Paolo Camporini, il quale ha stigmatizzato i motivi per i quali il giudice non ha disposto i nuovi accertamenti. “È la prima volta che vedo non disporre un incidente probatorio perché richiederebbe troppo tempo in considerazione della scadenza dei termini di custodia cautelare, ed era invece un accertamento necessario – ha proseguito il legale – anche per capire, appunto, se una persona in carcere deve rimanerci”.
Durante l’udienza preliminare i difensori dell’uomo avevano chiesto di ripetere il test sul Dna del loro assistito. Richiesta, però, respinta dal Gup. Inoltre hanno chiesto la nullità del capo di imputazione in quanto questo presenta un doppio luogo di commissione del delitto: Brembate di Sopra e Chignolo D’Isola. Hanno inoltre chiesto la nullità o l’inutilizzabilità degli accertamenti biologici compiuti dal Ris in quanto esperiti con lo strumento della delega di indagine e non, invece, con l’avviso alle parti. Quest’ultima questione era già stata respinta dai giudici del tribunale del Riesame ma la Cassazione, sul punto, non ha ancora depositato le sue motivazioni.
Blindato il secondo piano del tribunale di Bergamo per assicurare il tranquillo svolgimento dell’udienza preliminare a carico di Bossetti, arrestato il 16 giugno scorso per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. Numerose le troupe televisive fuori dall’ edificio. Non sono presenti all’udienza il padre e la madre di Yara che hanno preferito evitare clamore. Attraverso il loro legale, Enrico Pelillo, si costituiranno parte civile come la sorella, diventata maggiorenne, della tredicenne uccisa.