Sono 21 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Venezia nei confronti di 21 persone responsabili, a vario titolo, dei reati di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti” e “traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti” aggravati dall’essere stati commessi da un gruppo criminale transnazionale. Gli arresti, con un centinaio di perquisizioni domiciliari, sono stati eseguiti contemporaneamente sul territorio italiano e su quello albanese, in stretta collaborazione tra le Autorità Giudiziarie e di polizia dei due Paesi
In particolare, grazie alla collaborazione con le Autorità albanesi, si è proceduto al sequestro, nel Paese delle Aquile, di diversi beni riconducibili ai vertici dell’organizzazione, individuati nei fratelli HAJRI Altin ed Emiljan. Tra questi una villa di 3 piani e relative pertinenze, due autovetture di grossa cilindrata ed un lussuoso complesso immobiliare di oltre 10.000 metri quadrati, su cui sorgono un hotel, un edificio adibito ristorante – sala ricevimenti, una stazione di servizio, un’officina ed un’area adibita a parcheggio.
Il sodalizio criminale, che era in grado di immettere sul mercato italiano fino ad una tonnellata di eroina all’anno, aveva i propri vertici in Albania e trasferiva la droga a bordo di autovetture e camion in Veneto e Trentino Alto Adige, dove l’organizzazione disponeva di basi logistiche per la lavorazione ed il confezionamento. Nel corso delle indagini, infatti, sono stati sequestrati due laboratori per la lavorazione dello stupefacente, situati in Roverchiara (VR) e Mori (TN), ed era articolato in una cellula di distribuzione e consegna dello stupefacente, stanziata a Trento; una seconda cellula ‘logistica’ a Trento, incaricata della raccolta del denaro contante e del suo trasferimento in Albania a mezzo corrieri a bordo di autovetture munite di doppio fondo o via aerea per essere impiegato in nuovi acquisti o investimenti immobiliari; un gruppo incaricato di accogliere, lavorare e distribuire i carichi di eroina, dislocato a Roverchiara (VR); una struttura criminale dislocata a Padova, che svolgeva il compito di collegamento tra i trafficanti locali ed i capi dell’organizzazione, nonché si occupava della distribuzione dello stupefacente e della raccolta denaro.
Successivamente, le partite di stupefacente venivano distribuite in Veneto Trentino Alto Adige, Lombardia e Toscana.
La struttura era concepita in modo tale che, qualora una singola cellula fosse stata neutralizzata dalle Forze di Polizia, l’organizzazione avrebbe potuto continuare ad alimentare il mercato di sostanza stupefacente e, soprattutto, sarebbe stato estremamente difficile risalire alle altre articolazioni operative.
Le indagini tecniche hanno dimostrato una particolare abilità del gruppo criminale che facevo uso, per comunicare a distanza, di un codice alfanumerico periodicamente rinnovato. Da qui il nome ENIGMA per l’operazione che richiama i codici utilizzati dalle Forze Armate tedesche durante la seconda Guerra Mondiale.
L’affermazione delle organizzazioni criminali albanesi nel territorio nazionale ed in particolare nel ricco Nordest è ormai una realtà nota agli organi giudiziari, di polizia e di informazione. La criminalità organizzata albanese, in particolare, sta acquisendo sempre maggior peso soprattutto nel traffico di stupefacenti, grazie alla durezza e alla determinazione che caratterizza questi sodalizi, che hanno acquisito di fatto un ruolo determinante nell’introduzione e nella distribuzione di eroina all’ingrosso, estromettendo le organizzazioni turche e di altre nazionalità e divenendo di fatto interlocutore privilegiato per le altre organizzazioni criminali nostrane.
Le indagini congiunte con l’Albania, hanno consentito di smantellare il sodalizio criminale portando al sequestro di circa 200 chilogrammi di eroina e 325 chilogrammi di marijuana, l’arresto in flagranza di 16 persone e 21 ordinanze di custodia cautelare, nonchè il sequestro di beni all’estero per 10 milioni di euro.