Sono 16 le persone arrestate e 156 le denunciate. Sequestrati due milioni di euro
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria del Comando Provinciale di Catanzaro, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Vincenzo Antonio Lombardo e dal Sostituto, dott. Paolo Petrolo, hanno eseguito, su disposizione del gip del capoluogo, 20 provvedimenti restrittivi della libertà personale oltre al sequestro di circa 2 milioni di euro in beni mobili, immobili e denaro a carico dei promotori, organizzatori e sodali di una vasta ed articolata associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni delle assicurazioni e del fondo di garanzia vittime della strada.
Il provvedimento dell’autorità giudiziaria del capoluogo calabrese giunge al termine di oltre 3 anni di complesse e strutturate indagini, che le fiamme gialle hanno svolto anche tramite il ricorso ad intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre che numerosissimi accertamenti bancari e patrimoniali.
Sono state tratte in arresto 16 persone tra cui due noti professionisti di Catanzaro nonchè il medico al quale abitudinariamente i promotori dell’associazione a delinquere si rivolgevano per il rilascio di false certificazioni mediche.
Peraltro, sempre sul versante delle misure restrittive personali, sono stati posti gli obblighi di presentazione e firma alla polizia giudiziaria a carico di altre quattro persone che rivestivano un ruolo di secondo piano.
Uno dei professionisti occupava il ruolo centrale dell’intera organizzazione criminale, costituendone l’ideatore. un ruolo che svolgeva con il costante supporto oltre che di un fratello (procacciatore di clienti), anche di altri soggetti, parimenti tratti in arresto, alcuni dei quali addirittura collaboratori dello studio legale del professionista stesso.
Il sistema fraudolento si sviluppava attraverso l’ideazione e la messa in pratica di due differenti tipologie di truffa. Infatti l’organizzazione era solita mettere in piedi sinistri mai avvenuti, oppure per altri (realmente accaduti) aggravarne le conseguenze, in termini sia di risarcimento dei danni, che di numero di persone coinvolte.
Nel primo caso il professionista ideava sin dall’origine il falso sinistro, procurando la disponibilità alla partecipazione alla truffa sia delle persone falsamente coinvolte, sia delle autovetture che dei testimoni.
Nel secondo caso, al professionista si rivolgevano persone realmente coinvolte in sinistri stradali, le quali chiedevano allo studio legale assistenza nella procedura di richiesta di risarcimento dei danni. a questi venivano procurati falsi occupanti dei mezzi coinvolti, che riportavano falsi danni fisici, il tutto testimoniato da falsi testimoni.
La struttura associativa si avvaleva di talune figure che svolgevano il ruolo di veri e propri procacciatori di “affari”. Infatti, era talmente consolidato il sistema fraudolento che nella provincia era noto come il professionista in questione fosse specializzato nella truffa e ad esso era pertanto facile offrire la disponibilità di terzi soggetti ad essere indicati come coinvolti a vario titolo nei falsi sinistri a subire le conseguenze della truffa, che i finanzieri hanno potuto accertare risalire fin al 2002, sopportando la corresponsione di ingenti risarcimenti (che, solo dal 2009 al 2012 si quantificano in oltre 5 milioni di euro), anche le maggiori e più note compagnie assicurative.
Inoltre, anche il fondo di garanzia vittime della strada è stato fortemente danneggiato, dato che lo studio legale truffaldino ad esso richiedeva il risarcimento dei danni sia nel caso di mancanza della controparte del falso sinistro, sia nel caso di inesistenza della compagnia assicurativa cui richiedere il risarcimento dei danni (è il caso di pedoni indicati falsamente come essere stati “violentemente investiti” dall’automobilista che si era dato alla fuga).