Mentre i complici erano nell’autolavaggio del suo concorrente, A.S.M. egiziano 38enne, in forma anonima, telefonava al Commissariato di Polizia per informarli che quell’attività serviva come copertura allo spaccio di droga e che, di lì a poco, avrebbe dovuto esserci una cessione di stupefacenti.
Immediatamente il dirigente, dott. Mauro Baroni, inviava sul posto degli agenti i quali, vedendo delle persone nell’autolavaggio, procedevano all’immediato controllo a carico del titolare, dei suoi dipendenti e dei locali, senza rinvenire nulla. L’attenzione dei poliziotti però, veniva catturata da una cliente, una ragazza che era sul posto insieme ad un uomo. La donna, M.E., italiana di 30 anni, cominciava ad essere irrequieta tentando di andare, con noncuranza, al bagno. Un rapido controllo alla borsa, consentiva di rinvenire quasi 80 gr di hashish diviso in piccole dosi.
M.E., alle contestazioni sul possesso della droga, subito spontaneamente dichiarava di aver ricevuto l’hashish dall’egiziano A.S.M., anch’egli titolare di un autolavaggio, con l’incarico di andare in quel locale unitamente a B.S., 53enne italiano, per nasconderlo e poi farlo trovare alla Polizia che avrebbe arrestato il gestore suo concorrente.
L’arrivo degli agenti prima del previsto, non aveva consentito loro di nascondere la droga, versione confermata anche da B.S. che era con lei.
Gli investigatori si recavano dal mandante che voleva avere il monopolio degli autolavaggi della zona e così, A.S.M., da falso “cantante”, si è trovato ad essere il vero arrestato con l’imputazione di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente” unitamente ai suoi due complici.