Cronaca

Parlamento europeo: si indaga fra nuovi scandali e misteri delle lobby cinesi

Si indaga su un possibile scandalo di corruzione al Parlamento Europeo da parte della Huawei dopo il Qatargate 2022

Ennesimo sospetto in merito a un possibile scandalo di corruzione al Parlamento Europeo da parte dei cinesi: si indaga per capire se il gigante tecnologico cinese Huawei (che fa anche auto elettriche) abbia pagato tangenti a 15 politici UE in cambio di leggi su misura per il Dragone. Premesso che fare lobbying è lecito, si entra nel penale qualora si versi denaro per ottenere normative ad hoc.

Nuove indagini in corso sul Parlamento Europeo e negli uffici di Huawei

Nuove indagini sono state avviate riguardo a possibili attività di corruzione da parte della società cinese Huawei. Per questo, giovedì 13 marzo 2025 la polizia belga ha fatto irruzione all’alba – proprio a Bruxelles – nelle case dei lobbisti del gigante asiatico, come rivelano Follow the Money e i suoi media partner Le Soir e Knack. Fra i vari reati sia degli orientali sia degli europei, corruzione, falsificazione, ma anche riciclaggio nell’àmbito di un’organizzazione criminale.

Nuovo scandalo per corruzione al Parlamento Europeo, indagini in corso da parte della Polizia Belga
Nuovo scandalo per corruzione al Parlamento Europeo, indagini in corso da parte della Polizia Belga

La polizia belga ha effettuato perquisizioni negli uffici di Huawei a Bruxelles, nell’ambito di un’indagine per corruzione, falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro. Le indagini coinvolgono anche il Parlamento Europeo, con sospetti di corruzione di eurodeputati e funzionari. Si sospetta che Huawei abbia cercato di influenzare le decisioni del Parlamento Europeo attraverso regali costosi, viaggi in Cina e denaro, al fine di ottenere misure favorevoli alla società.

Reazione del Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha sospeso “in via precauzionale” l’accesso alle proprie sedi ai rappresentanti legati a Huawei. È possibile che la Procura federale belga chieda la revoca dell’immunità di diversi eurodeputati.

Precedente incubo Qatargate, tangenti da Qatar e Marocco

In occasione del Qatargate 2022, le cose andarono diversamente: i responsabili vennero beccati con le mani nella marmellata, fatta da un pacco di milioni di euro in contanti e profumati: tangenti da Qatar e Marocco per promuovere gli interessi di questi Paesi a Bruxelles. 

In assenza di quattrini che incastrino i presunti corrotti, gli investigatori cercano costossimi biglietti per le partite di calcio con alloggi di classe regale, doni extra lusso, viaggi a sette stelle in Cina. Magari tramite un broker portoghese che ripuliva il tutto.

Cosa potevano volere i lobbysti Huawei dal Parlamento? L’UE ha adottato misure per limitare l’accesso alle reti 5G a fornitori “ad alto rischio” come la società cinese, in seguito agli avvertimenti degli Stati Uniti e della Commissione europea secondo cui le apparecchiature dell’azienda potrebbero essere sfruttate da Pechino a fini di spionaggio. L’azienda orientale nega tutto, idem il governo del Dragone.

Green Deal misterioso imposto dalla UE

Al di là del settore tecnologico (smartphone, computer, telecomunicazioni), è un po’ tutta la transizione verde imposta dall’Unione Europea agli Stati membri e ai cittadini a lasciare perplessi. Col Green Deal 2019 e il bando alle auto termiche 2035, in particolare, Bruxelles comanda l’addio alle vetture a benzina e diesel (incluse le ibride) pulite di ultima generazione a favore delle vetture elettriche. La cui filiera è dominata dalla Cina: minerali in Africa, capacità di produrre powertrain efficienti, batterie, manodopera a costo bassissimo nel Celeste Impero. Dietro la scelta del Trilogo (Parlamento, Consiglio e Commissione UE) un’ideologia: la macchina a corrente inquinerebbe molto meno di quella tradizionale. 

A parte che nessuno studio scientifico lo dimostra, evidenziando le emissioni nel ciclo vita delle batterie delle full electric, comunque l’Europa conta come il due di picche a briscola innanzi a mostri inquinanti come Cina, USA e India, e non solo. E allora, perché il suicidio dell’industria automotive, con aziende che chiudono e 100.000 persone già licenziate? Mistero UE quello della transizione energetica (che coinvolge anche turbine eoliche e pannelli solari, dominati dal Regno di Mezzo). 

Noi personalmente crediamo che dietro ci sia solo una forte opera di lobbying cinese sul Parlamento, nell’alveo della legalità, con errori clamorosi di matrice ideologica da parte dei politici UE, poco preparati in materia, i quali hanno in passato ottenuto consenso elettorale in vari Stati, specie Germania, Francia e Paesi Bassi, i tre che comandano a Bruxelles. Come andrà a finire? Siccome trovare uno straccio di prova è difficilissimo, spesso casi del genere si chiudono con un non luogo a procedere. Se proprio si volesse approfondire, allora le autorità belghe dovrebbero chiedere al Parlamento europeo di revocare l’immunità degli indagati, con procedure piene di burocrazia tipica del Vecchio Continente. Ci sono numerosi testimoni, ma non sono certo sufficienti per incriminare.

Matteo Ferrari

è un giornalista specializzato in attualità, cronaca e motori. Unisce passione all’esperienza nella copertura di notizie e inchieste su tutto il mondo. La sua carriera si distingue per la capacità di unire l’immediatezza della cronaca quotidiana con la competenza tecnica e la passione per le quattro.
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